Un team di ricercatori californiani, Cristin Kearns primo autore, ha trovato dei documenti aziendali relativi a una ricerca effettuata nel 1967 e finanziata dall’Industria dello zucchero che prova il collegamento tra il consumo di carboidrati semplici e malattie cardiovascolari.
Un titolo da fantascienza
Si chiama “Progetto 259-Dieta con carboidrati e lipidi nel sangue di ratti germ-free“ la ricerca condotta dal Dott. W.F.R. Pover dell’Università di Birmingham. Il progetto si sviluppò tra il 1967 e il 1971, e fu finanziato dalla Sugar Research Foundation americana.
I risultati di questo studio sono molto importanti per due ragioni: la prima prettamente scientifica, perché dimostra il collegamento tra l’assunzione di zuccheri semplici, come il saccarosio, e malattie cardiovascolari, con possibili insorgenze di tumori alla vescica.
La seconda di tutt’altra natura perché la SRF, appena si rese conto che i risultati andavano contro i suoi interessi, bloccò immediatamente i fondi impedendo la pubblicazione del lavoro e la divulgazione dei dati emersi.
Lo studio compara gruppi di topi alimentati con zuccheri e amidi e associa l’alimentazione a base di carboidrati semplici a una maggiore produzione di trigliceridi. Dai risultati emerge anche l’influenza del microbiota intestinale sui diversi effetti che zucchero e amidi hanno sulla concentrazione dei lipidi nel sangue.
Il consumo di saccarosio inoltre potrebbe essere associato alla produzione di un enzima coinvolto nel cancro alla vescica, la Betaglucuronidasi. Legame non provato, ma che necessita comunque di un monitoraggio costante.
L’industria dello zucchero non ci sta
Kearns afferma che se nel mondo scientifico, ancora oggi, è vivo il dibattito sui diversi effetti che gli zuccheri e l’amido hanno sui lipidi nel sangue, molto è dovuto all’occultamento del “Progetto 259”.
Varie organizzazioni produttrici di zucchero hanno negato il possibile coinvolgimento del saccarosio nei problemi cardiovascolari e la Sugar Association, una associazione commerciale legata alla SRF ha affermato che
non è stato stabilito alcun legame credibile tra il consumo di zuccheri e cancro
A smentire questa affermazione intervengono i documenti ritrovati con gli studi compiuti su animali in cui i dati empirici raccolti affermano esattamente il contrario.
Nel 2016 la Sugar Association contestò i risultati di uno studio pubblicato su Cancer Research in cui diversi modelli murini coinvolgevano lo zucchero alimentare nella maggior crescita e metastasi del tumore alla vescica rispetto a una dieta a base di amido.
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Non solo lo zucchero
Lo studio vuole soprattutto contribuire alla battaglia contro la manipolazione della scienza da parte dell’industria. Multinazionali alimentari o del farmaco da sempre finanziano la ricerca in modo da pilotare i risultati a loro favore. L’industria del tabacco addirttura è decenni avanti rispetto alla comunità scientifica ma pubblica solo i risultati favorevoli.
Il progresso scientifico e la credibilità della ricerca non possono permettersi questa “connivenza“, per il bene di tutti.
Alessandro Desogus