Un altro autunno. Un altro Halloween. Quindi zucche.
La zucca però va ben oltre la festa del dolcetto-scherzetto. Infatti, oltre a essere l’ortaggio più rappresentativo e decorativo di questa stagione, contribuisce a sfamare milioni di persone nel mondo.
L’importanza del genoma
Questo è uno dei principali motivi per effettuare uno studio approfondito di questa pianta appartenente alla famiglia delle cucurbitaceae.
Deve averlo pensato anche Zhangjun Fei, principale autore di un lavoro congiunto tra l’Istituto Boyce Thompson (BTI) e il National Research Institute for Vegetables di Pechino, nel quale è stato sequenziato il genoma di due importanti specie di zucca, Cucurbita maxima e Cucurbita moschata. Sono state scelte queste specie perché la prima è resistente alle malattie mentre la seconda ha un alto potere nutritivo. Esiste anche un ibrido chiamato “Shintosa” che, oltre a possedere una forte resistenza allo stress, è utilizzata come innesto per le altre cucurbitaceae. Il lavoro è stato pubblicato a ottobre su Plant Molecular.
La zucca è un importante fonte di nutrimento
La zucca è coltivata in tutto il mondo e principalmente in Asia, che coltiva i due terzi della produzione mondiale. Ma soprattutto il polposo ortaggio costituisce la principale fonte alimentare per i paesi in via di sviluppo. L’analisi della sequenza del DNA di zucche pregiate aiuterà le colture portando a una migliore comprensione dei geni associati alle caratteristiche vantaggiose delle piante, ottenendo così organismi più resistenti e robusti.
Nel mondo delle cucurbitaceae questo significa sviluppare velocemente sia piante resistenti a malattie come il fungo fusarium o l’oidio, il cosidetto “mal bianco”, la muffa che ricopre spesso le foglie della zucca. Senza dimenticare l’incremento in sostanze benefiche come i carotenoidi.
Un organismo molto antico
Come spesso accade però, accanto all’iniziale ricerca si affiancano altre scoperte. In questo caso l’analisi del dna ha rivelato la storia evolutiva delle zucche. Il loro corredo cromosomico è Allotetraploide, termine complicato che in botanica significa avere un corredo cromosomico doppio rispetto a quello degli organismi da cui derivano, in seguito a ibridazione tra due specie diverse. In pratica hanno conservato tutto il patrimonio genetico dei “genitori” cioè hanno quattro coppie di cromosomi invece di due.
Ancora, queste piante hanno un genoma costituito da 20 coppie di cromosomi, doppio rispetto ai “cugini” angurie che ne hanno 11, o ai cetrioli con 7. Un primo indizio che il genoma della zucca si è ampliato molto tempo fa.
Normalmente un organismo che diventa tetraploide in seguito a fusione di due specie tende a perdere questa caratteristica e a diventare un diploide, cioè con due coppie di cromosomi, come gli esseri umani, per esempio. Le zucche no, circa 20 milioni di anni fa hanno mantenuto il genoma originario conservando la maggior parte delle sequenze, diventando perciò un Paleotetraploide. In parole semplici, un dinosauro degli ortaggi.
Forse è per questo che il grande cocomero ha scelto un campo di zucche.
Alessandro Desogus