Cosa c’entra Zorro con il Ministro degli Interni? Ce lo spiega Chiara Giannini nell’incipit del libro intervista “Io sono Matteo Salvini”.
È colpa di Zorro?
L’antefatto
Ricapitolando: attorno a una delle più importanti manifestazioni culturali, il Salone del Libro, si scatena l’inferno a causa della presenza, poi scongiurata, di Altaforte, casa editrice con cui Chiara Giannini (ma una volta non era inviata di guerra?) pubblica il suddetto volume: insorgono scrittori, intellettuali, l’ANPI minaccia di non presentarsi, Zerocalcare dà forfait, arriva una lettera anche dal Museo di Auschwitz, insomma una bagarre.
La Giannini si presenta lo stesso, in autonomia, in barba a tutto e tutti, un collaboratore della Feltrinelli intona “Bella Ciao”, e lei risponde con l’ostensione del libro (sembrava di assistere ad una scena del film l’Esorcista).
Il libro, complice anche la massiccia pubblicità scatenata dagli eventi, sale in cima alle classifiche, Altaforte esulta.
Premesso che la sottoscritta non ha avuto modo di leggere il seguito, diciamo per scelta, soffermiamoci a esaminare solo la prima pagina di questa chiacchieratissima “opera”.
Analisi del testo
Fin dal titolo del primo paragrafo si può notare l’abilità con cui l’autrice utilizza, con evidente doppio senso, il termine “fenomeno”, lasciando presagire che non si tratterà di un testo imparziale.
Salvini sarebbe l’uomo più desiderato dalle donne in quanto il suo cognome è la parola più cercata sul motore di ricerca Google; andrebbe anche detto che le query associate sono “Salvini Diciotti” e “Salvini Cucchi”, per dire…
Le donne di sinistra lo desiderano di nascosto, vale a dire che al di là del proprio credo politico è impossibile resistere al suo fascino: care compagne, inutile negarlo, sappiamo che nottetempo il Capitano fa capolino nei vostri sogni erotici e non venite a raccontarci dell’IVA al 22% sugli assorbenti, o del ddl Pillon che lui appoggia, al cuor non si comanda!
Chi non vorrebbe bere un caffè in sua compagnia? Pagando s’intende! Alla luce della patetica iniziativa del “VinciSalvini” , ormai alla seconda edizione, viene da pensare che nessuno abbia mai offerto del denaro per ritrovarsi con lui in un bar, ma attendiamo smentite, nel frattempo i più fortunati potranno gustarsi un caffè con lui senza sborsare un centesimo, bastano i like, il suo pane quotidiano.
La rigorosa neutralità
A questo punto, la Giannini, che si era dichiarata, proprio in una intervista al Salone del Libro, non fascista, non di parte, e aveva precisato che il libro raccontava di Salvini uomo e non di Salvini politico, un commento politico, totalmente di parte, ce lo infila, decantando la mirabolante scalata della Lega e l’imponente solidità del Governo: ma come? Le due forze di governo non fanno altro che tirarsi vicendevolmente frecciate sui social o in TV, di quale solidità stiamo parlando?
La propaganda è solo all’inizio, a seguire arriva la parte in cui il vicepremier viene lodato per rappresentare “l’uomo del popolo” quello che parla alla gente comune e al loro cuore…commovente!
Particolarmente interessante è questo passaggio
“…quel suo prevaricare, a volte, il pensiero altrui pur di far emergere la giustizia”
Sarebbe come dire che se a Brembate, in occasione di una visita del Ministro, viene rimosso uno striscione da un balcone perché riporta la scritta “NON SEI IL BENVENUTO“, non si tratta di censura, si tratta di una lieve prevaricazione perchè sta arrivando Mr. Giustizia.
Traumi infantili
Senza ombra di dubbio le ultime righe sono le più esilaranti, parlano di un bimbo dell’asilo a cui hanno rubato il pupazzo di Zorro e la vicenda viene raccontata per spiegare, a chi ancora non l’avesse capito, che anche Salvini ha subito delle angherie ed è proprio in virtù di questo che si batte per la giustizia. O, forse, avendo subito una prevaricazione ora si vendica? Restiamo con questo dubbio o proseguiamo nella lettura del libro?
Ovviamente l’affermazione ha scatenato l‘ironia sui Social, dove il trend topic delle principali città come Milano e Roma è proprio #Zorro.
Roberta Sanzeni