Zoo-Fenomenologia del senatore Vincenzo D’Anna
Che il Senatore D’Anna rappresenti una martellata alle ginocchia della decenza è cosa arcinota, non c’era certo bisogno che andasse ospite ad Un giorno da pecora per avere ulteriori prove.
Le alterne vicende di Vincenzo D’Anna, classe 1951, sono segnate dal suo inarrivabile talento trasformista. Lui non è un’ Araba Fenice, non rinasce dalle proprie ceneri. E’ più simile a un virus: resta inerte fino a quando non trova un organismo da spolpare.
Comincia la sua carriera negli anni 80, nelle fila della Democrazia Cristiana di Santa Maria a Vico. Dopo Mani Pulite, solo e abbandonato, viene fulminato sulla via di Arcore e diventa berlusconiano. Ma dopo appena un misero ventennio anche la nave del cavaliere affonda e tutti i sorci iniziano a disperdersi al grido: “ognuno per sé e pecorino per tutti”.
Ma il nostro Vincenzino però non si perde d’animo! Fedelissimo solo al pregiudicato e condannato Cosentino , il nostro camaleonte diventa, nel 2013, vicepresidente di Gal, gruppo autonomo di intrallazzatori ammanigliati, ed è lì che perfeziona il mestiere di “scambista di voti” per governi non eletti e con maggioranze da fame.
Nel 2014 inizia l’accerchiamento al nuovo PD di Renzi, infatti diventa uno degli ispiratori di “Campania in rete”, movimento “voluto” da Nicola Cosentino e che appoggia la corsa di Vincenzo de Luca alla regione Campania. Il primo approccio col renzismo è un successo! Campania in rete si rivela preziosa per l’elezione di De Luca e il movimento guadagna anche un consigliere.
D’Anna si appresta dunque a realizzare il sogno di diventare un referente multiplo: per amicizia e fedeltà è da sempre “Cosa” dei Cosentino ma in Campania è anche uomo di De Luca, e/o viceversa, chi sta sopra e chi sotto non è mai chiaro!
Enzuccio però non si ferma qui. La sua fame di intrallazzo è senza freni! Per lui è vitale, non può farne a meno, così nel 2014, insieme ad un altro campione di coerenza, Denis Verdini, abbandona il Gruppo Gal per fondare Ala (Alleanza Liberalpopolare-Autonomie).
I due tenutari di Ala sono una coppia formidabile! Capiscono al volo da che parte gira il vento. Dopo anni e anni di annusamenti sanno benissimo che il potere lascia una pungente scia di marcio, e le loro sbuffanti narici sono tarate alla perfezione. “ il Renzismo è la nuova occasione” … e senza pensarci due volte – altrimenti la corteccia prefrontale comincia a far fumo -, non solo salgono sul carro del vincitore ma, spesso e volentieri, Renzi li fa pure guidare!
Ah se solo noi italiani imparassimo da D’Anna e Verdini, loro sì che sanno quanto vale un voto, con i loro campano a nostre spese da trent’anni!
Vincenzo D’Anna – oltre ad essere, purtroppo, Vincenzo D’Anna- ha solo un altro grande difetto: è permaloso e sanguigno, a Napoli si direbbe che è “Cull’rus”! Insomma non pensa prima di parlare. Oddio pensare … non usiamo parole grosse … vista l’assenza del pollice opponibile è probabile che il suo pensiero si riduca a pochi elementi base: teng famm, teng set, vogl sold, Chell e bon, Verdin m’vo ben, vutamm a Renz, si tu nun vot a Renz t’abbruc a cas!
Quindi cosa ci saremmo mai potuti aspettare da lui una volta invitato a una trasmissione radiofonica? Che parlasse del suo ultimo té delle cinque con la Regina o del superamento della visione ermeneutica di Gadamer agli inizi del nuovo millennio? E’ già un miracolo che si sia fatto capire. Era alla radio, non poteva mica parlare a gesti come fa sempre in Senato? I microfoni li scambia sempre per Calippi: “Ah nu Calipp! Non è ancora stagione. Ma sì… chi s’n fott! Magnamm!”
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Nell’immagine, a partire da destra del lettore, i tre nuovi amigos di Renzi, i senatori di Ala D’Anna,Verdini e Barani