In Afghanistan, le prime vittime del Medioevo 2.0 imposto dalle forze talebane sono inevitabilmente le donne. Migliaia di madri, figlie, sorelle.
A dar loro voce, Zarifa Ghafari attivista e prima sindaca della provincia di Wardack.
Donna, attivista, imprenditrice.
Zarifa Ghafari ha solo 7 anni quando, nel 2001, la coalizione guidata dalle forze statunitensi entra in Afghanistan cacciando il governo talebano e dando il via a un’infinita guerra contro gli insorti.
Frequenta una High School nella provincia di Paktia.
La scuola è intitolata ad Halima Khazan, prima donna a concludere gli studi superiori.
La passione per lo studio e la speranza in un futuro migliore la porta a lasciare il Paese.
Si iscrive all’Università del Punjab, in India, dove si laurea in economia.
Zarifa Ghafari è la perfetta nemesi dell’oscurantismo talebano.
L’impegno politico
Ma facciamo un passo indietro.
L’incredibile forza di Zarifa ha radici profonde, ben radicate.
Nell’estate del 2018, a 27 anni, viene nominata sindaca dell’ultraconservatrice città di Maidan Shar. Si tratta della donna sindaco più giovane del Paese.
L’insediamento e l’inizio del mandato viene programmato per il mese di dicembre dello stesso anno. Contro ogni previsione, Zarifa presta giuramento solo nel marzo del 2019, dopo aver affrontato continui soprusi, violenze ed intimidazioni.
Supera ogni avversità, una dopo l’altra e subito si mette al lavoro.
Lotta con ogni forza contro la corruzione, sfoltendo sin da subito le file dei funzionari.
Concentra il proprio impegno in progetti di pianificazione, urbana e strutturale, per garantire alla propria città uno sviluppo e un futuro più sostenibile.
Non solo.
In pochissimo tempo promuove la costruzione di nuove aree giochi in città per bambini e l’organizzazione di mercati per sole donne.
L’attivismo
Il mandato di Zarifa vede, sempre in cima alla lista delle priorità, l’obiettivo di provare la forza delle proprie concittadine nonché di migliorare la loro condizione.
Nel 2013 concentra il proprio impegno nell’organizzazione di workshops, finalizzati alla promozione e all’emancipazione sociale delle donne.
L’anno dopo, nel 2014, attraverso l’aiuto di un ente non governativo dà un segno tangibile del proprio impegno: inventa il canale radiofonico “Peghla FM”.
Il canale ha un solo obiettivo, dare voce alle donne del suo Paese, attraverso programmi educativi.
Negli anni, le battaglie femministe di Zarifa varcano i confini del Paese fino a raggiungere l’Occidente. Nel 2019 viene inclusa dalla BBC fra le 100 donne più stimolanti ed influenti del mondo. Nel 2020 il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti le assegna il premio “International Women of Courage”, mentre nel maggio dello stesso anno il Paese progetta già il ritiro dall’Afghanistan delle ultime truppe.
Gli attentati e l’omicidio di Abdul Wasi Ghafari
L’impegno politico e le sfide personali della giovane sindaca in favore delle donne, tuttavia, risentono di un prezzo altissimo in termini personali.
Durante il mandato sfugge a ben tre attentati, l’ultimo nel marzo del 2020, di ritorno dagli Stati Uniti, quando un uomo apre il fuoco sulla sua auto.
Il novembre 2020 perde il padre. Abdul Wasi Ghafari, colonnello dell’esercito cade vittima di un agguato di fronte alla sua stessa abitazione, a Kabul.
Zarifa è sicura e punta il dito contro i guerriglieri islamisti:
Sono stati loro. Non mi vogliono a Maidan Shar.
Ecco perché hanno ucciso mio padre.
La resa di Kabul
Il 15 agosto 2021 Kabul cade in mano ai talebani.
Sin da subito promettono un’applicazione rigida della sharia. Ogni segno di progresso per l’emancipazione femminile nel Paese è destinato al baratro.
Tuttavia, mentre il presidente Ashraf Ghani trova rifugio con la famiglia presso gli Emirati Arabi Uniti per “ragioni umanitarie” c’è chi, come Zarifa, resiste ancora una volta irriducibile:
I talebani verranno per le persone come me e mi uccideranno.
Sono seduta qui in attesa che arrivino. Non c’è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sto solo seduta con loro e mio marito. Non posso lasciare la mia famiglia.
E comunque, dove andrei?
Queste, le ultime parole della giovane sindaca di Maidan Shar rilasciate il 16 agosto 2021 al giornale britannico iNews.
Prima di perderne le tracce, Zarifa risponde a un’ultima domanda:
“Dove si trova?” – “A Kabul”.
Giada Mulè