L’onorevole Pd Alessandro Zan ha annunciato che è stato approvato dal Senato l’emendamento al decreto agosto, che stanzia 4 milioni di euro all’anno in favore dei centri antidiscriminazione e delle case rifugio per le vittime di omotransfobia.
Una bellissima notizia
Così Zan definisce dai suoi canali social il provvedimento, una parte del ddl contro l’omotransfobia che i suoi promotori hanno voluto garantire fin da ora. In questo modo, i centri che quotidianamente lavorano per sostenere le vittime di discriminazione avranno da subito un aiuto concreto.
Un segnale importante che arriva dopo un’altra notizia positiva degli scorsi giorni. L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha stabilito che i farmaci necessari alla terapia ormonale per le persone transgender saranno completamente a carico dello Stato.
Finalmente sembra che in Italia vengano riconosciute alcune delle difficoltà reali e quotidiane della comunità LGBT.
Verso il 20 ottobre
Il ddl Zan, contro l’omotransfobia e la misoginia, sarà discusso alla Camera il prossimo 20 ottobre. Il disegno di legge prevede un’aggravante per chi commette crimini o istiga alla violenza per discriminazione fondata sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
È dal 1996 che in Italia si tenta invano di approvare un testo che punisca le discriminazioni delle persone LGBT e sensibilizzi contro l’omotransfobia. Ancora in questi giorni, Zan deve subire gli attacchi di esponenti e sostenitori di Fratelli d’Italia e Lega, che definiscono la sua legge “liberticida”. Secondo loro, infatti, limiterebbe la libertà di espressione. Niente di più falso. La legge non punisce, ad esempio, chi afferma di essere contrario a certi diritti delle coppie omosessuali, ma solo chi commette violenza fisica o verbale nei confronti di persone LGBT.
Una legge necessaria
Oltre ad essere un grande segno di civiltà per l’Italia, la legge Zan è necessaria. Sono ancora troppi i casi di violenza feroce motivata solo da intolleranza per chi ha un diverso orientamento sessuale o un’identità di genere non conforme al sesso assegnato alla nascita. Pensiamo al drammatico caso di Caivano, dove Maria Paola Gaglione è morta dopo che suo fratello ha speronato il motorino su cui viaggiavano lei e il suo ragazzo trans.
Speriamo che l’approvazione dello stanziamento di fondi per i centri antidiscriminazione sia un segno di apertura nei confronti della legge Zan, che ci farebbe risvegliare in un’Italia più civile e più giusta.
Serena Emilia Di Salvatore