Yvan Colonna: l’indipendentista corso simbolo del nazionalismo corso

Yvan Colonna

Yvan Colonna, indipendentista corso, simbolo dell’autonomia dell’isola dopo la morte in carcere avvenuta qualche giorno fa.

Dopo giorni in coma, in seguito all’aggressione subita in carcere a inizio marzo, Yvan Colonna è morto. Si trovava nel carcere di Arles dal 2003, a scontare l’ergastolo per l’accusa di omicidio nei confronti del prefetto francese Claude Erignac, di cui lui si dichiarava innocente.  La sua morte ha suscitato e acceso rivolte in Corsica contro la Francia, ritenuta colpevole dell’assassinio dell’indipendentista corso.

Chi era Yvan Colonna





Nato ad Ajaccio, capoluogo corso, il padre, Jean-Hugues Colonna, era un ex deputato delle Alpi Marittime, anch’egli corso, e madre, Cécile Riou, di origine bretone. Entrambi insegnanti di ginnastica, si trasferiscono a Nizza quando Colonna aveva 15 anni. Dopo il diploma di maturità, decide di interrompere gli studi e tornare in Corsica. Già negli anni ’70 Colonna inizia a militare nei movimenti nazionalistici. A Cargèse, dove possedeva dei terreni, verrà fondato il Fronte di Liberazione Nazionale Corso, nel 1976. Si ipotizza che in quel periodo Colonna partecipasse alle azioni del fronte contro il governo francese, nonostante vivesse ancora a Nizza.

Nel 1983, trasferitosi in Corsica, Colonna entra in maniera diretta nella politica nazionalistica della regione. Durante i numerosi attentati del FLNC, viene arrestato due volte. Mai però riconobbe la sua partecipazione diretta alle azioni terroristiche.

Yvan Colonna avrebbe partecipato all’attentato alla gendarmeria di Pietrosella nel 1997, sottraendo ai gendarmi le armi utilizzate poi nel 1998 per uccidere il prefetto Claude Erignac. Yvan Colonna è considerato l’esecutore materiale dell’omicidio. Ricercato per quattro anni, arrestato nel 2003, viene condannato all’ergastolo. A causa del regime di sorveglianza sociale,  non ha potuto ottenere l’avvicinamento in Corsica.

Le ragioni degli indipendentisti

Negli anni ’70 in Corsica, in seguito al trasferimento di alcuni francesi prima residenti in Algeria, i cosiddetti pieds-noirs, il governo francese attua una serie di provvedimenti per favorire il turismo. I cittadini già residenti nell’isola però non beneficiano di tali sovvenzioni. Il malcontento quindi si diffonde e i cittadini corsi occupano le aziende dei pieds-noirs. Iniziano dei veri e propri scontri con l’intervento della polizia.

Dal 1982 la Corsica ha ottenuto l’indipendenza amministrativa e una propria assemblea legislativa. Nel 1992 un ulteriore statuto speciale conferisce all’esecutivo regionale maggiori poteri rispetto alle altre regioni francesi. Gli investimenti diretti esclusivamente al settore turistico però costituiscono elementi di tensione in una regione che risente ancora di ritardi nell’agricoltura e nel settore industriale.

La morte di Colonna riaccende gli indipendentisti

L’annuncio della morte in carcere di Yvan Colonna ha smosso gli animi dei suoi concittadini: «Statu francese assassinu», questo lo striscione apparso alle finestre durante i funerali di Colonna. L’aggressione in carcere sarebbe avvenuta da parte di un detenuto che lo avrebbe strangolato sotto gli occhi inermi della polizia. Ciò ha provocato non poche reazioni, portando a scontri in piazza in diverse città della Corsica, con attacchi diretti ai simboli dello Stato. Il Fronte di Liberazione Nazionale, scioltosi nel frattempo, avrebbe annunciato la ripresa della lotta clandestina. Nel frattempo il presidente francese Macron promette l’autonomia e i negoziati dovrebbero iniziare a giorni. La morte di Colonna, eretto dal popolo corso a simbolo dell’indipendenza, ha innescato una miccia sopita da tempo, che ha riacceso il malcontento di un popolo che non si vede riconosciuto il suo diritto ad una crescita autonoma e indipendente.

 

Carmen Alfano

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