Addio a Yutu, il Coniglio di giada

Progettato per sopravvivere solo tre mesi, Yutu ha superato ogni aspettativa restando in funzione per ben 31 mesi. Il “coniglio di giada” più famoso è morto agli inizi di agosto fa a causa delle rigide temperature lunari.

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Yutu ci ha lasciati, dopo 31 mesi di onorata carriera. “Coniglio di giada”, questo il significato della parola con cui la Chinese Academy of Science ha voluto battezzare il rover sbarcato nella regione del Mare Imbrium sulla Luna nel Dicembre 2013. La sonda “mitologica” ha compiuto un allunaggio morbido sulle sabbie lunari dopo circa 40 anni che nessuno lo faceva più. Da quando cioè, nel 1976 la sonda sovietica Luna 24 toccò il suolo lunare.

Dopo Stati Uniti ed ex Unione Sovietica, è stata la volta della Cina, che ha inviato il proprio veicolo automatico sul nostro satellite. Ma Yutu ha stupito davvero tutti. Progettato per un ciclo vitale pari a un trimestre, il coniglio è rimasto in vita molto più a lungo, continuando a inviare informazioni utili nonostante qualche inconveniente tecnico che ne aveva compromesso la mobilità e superando, di fatto, la sovietica Lunokhod 1, allunata nel 1970 e finora classificata come la sonda più longeva (il suo ciclo vitale fu di 11 mesi). Sono state fatali le notti lunari iniziate lo scorso 28 Luglio. Durano circa due settimane, durante le quali le temperature raggiungono anche i -180 gradi Celsius e che stavolta hanno fatto soccombere l’acciaccato rover.

Non è servita la speciale stufa al plutonio, che gli aveva finora permesso di proteggere i pannelli solari, l’antenna e la telecamera stereoscopica. Al risveglio della prima notte lunare, nonostante le normali operazioni di analisi del suolo procedessero correttamente, si è verificato un guasto che non ha più consentito la normale chiusura di un pannello. Da allora il “coniglio di giada”, pur restando immobile, ha continuato indefesso a trasmettere dati su dati. Anzi, circa 7 terabytes di dati per essere precisi.

Yutu, sganciato in superficie selenica dal lander Chang’e 3, con le sue dimensioni piccole e la sua sofisticata strumentazione(sei ruote, 140 chili per 1,5 metri) ha ottenuto dei risultati significativi. Radar a penetrazione del suolo, spettrometri e videocamere hanno condotto alla scoperta di un nuovo tipo di roccia lunare, un basalto più giovane – circa 3 miliardi di anni – che evidenzia come l’attività vulcanica sulla Luna sia durata più a lungo di quanto si riteneva precedentemente.

“Questa volta per me è davvero la buonanotte. Ci sono ancora molte domande alle quali vorrei trovare delle risposte, ma sono il coniglio che ha visto più stelle. La Luna ha preparato un lungo sogno per me, non so come sarà: sarò un esploratore di Marte o verrò inviato indietro sulla Terra?”. Questo uno degli ultimi messaggi di Yutu, che si legge sul suo account di Weibo – corrispettivo cinese di Twitter – che conta oltre 600 mila follower.

Tocca aspettare il prossimo anno per Chang’e 5, la prossima missione progettata dalla Cina, il cui obiettivo sarà quello di raccogliere campioni di roccia da inviare sulla Terra. Nel 2018, invece, toccherà a Chang’e 4 allunare, stavolta sul lato oscuro del nostro affascinante Satellite.

Alessandra Maria

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