Yusra Mardini, 18 anni, siriana: una giovane e coraggiosa profuga che ci regala una storia da pazza, incredula, gioiosa forza di vita. Come un riscatto determinato che è di suo già una vittoria.
Yusra Mardini, una ragazza di diciott’anni scappata dalla Siria su un barcone diretto alle coste greche. La sua storia sta, attualmente, avendo un forte riscontro sui social per la sua incredibile vicenda: Yusra, profuga, migrante come molti nella storie di mare e di terra, era su un’imbarcazione con altre venti persone, in direzione della Grecia, l’anno scorso. La barca che li trasportava ha avuto un danno al motore e lei coraggiosa, insieme con sua sorella e un’altra ragazza, ha spinto la barca fino all’isola di Lesbo, dove nonostante il freddo e la fatica, è riuscita ad approdare, salvando lei e i suoi compagni di viaggio.
La sua abilità nel nuoto non solo le ha salvato la vita, ma le ha anche aperto le porte per le olimpiadi di Rio De Janeiro: infatti Yusra Mardini parteciperà come nuotatrice nella squadra di profughi selezionata dalla Commissione Internazionale Olimpionica.
Queste sono storie di coraggio e determinazione davvero strabilianti, storie alle quali non siamo abituati. In modo del tutto sorprendente questa ragazza è diventata un’eroina ed è giusto che sia così e che soprattutto venga citata e ricordata in questa maniera; poco importa se è la foga del momento, se è qualcosa di temporaneo: bisogna ricordare ogni giorno storie di ordinario eroismo. A soli 18 anni Yusra avrà visto lo sgomento di un paese che si polverizza davanti ai suoi occhi, quello stesso che ospitava la sua casa; la paura di morire davanti a una vastità d’acqua e un motore che non sa sostenerla e la determinazione -quel famoso “attaccamento alla vita“- nel trarre tutti in salvo. Una spinta di umanità talmente realistica da lasciarci sbigottiti, tanto poco siamo soliti ad atti di questo genere.
Una storia da racconto epico, da “la Ballata di Yusra“, uno scorcio di forza e bellezza in un ritaglio di realtà cadenzato da tragedie, che oscilla tra miseria e riscatto.
Adesso, in preparazione alle Olimpiadi, è inutile dirlo, ma lo diciamo lo stesso: Yusra ha già vinto. E continuerà a vincere fino a quando ci saranno ancora uomini in fuga che sapranno salvare loro e, tramite le loro storie, anche noi, comodamente seduti dall’altra parte del mare.
Gea Di Bella