Youtube cambia le regole: estremismo e negazionismo non sono nei trend

La decisone di Youtube di aggiornare le politiche di utilizzo della piattaforma prospetta la chiusura di migliaia di account inneggianti a odio e discriminazione.

La lotta ad estremismo e negazionismo passa attraverso un controllo capillare dei contenuti da parte della società. 

Ormai è noto che online si può trovare di tutto. Non a caso molti si avventurano addirittura nel dark web, pronti a sperimentare l’ebrezza di alcuni siti off track.

Ma non servono abilità particolari per ricercare contenuti estremi. Digitando semplici parole chiave su Yutube, possiamo avere accesso a qualsiasi contenuto, siano essi immagini particolarmente crude o discorsi inneggianti ad estremismo o negazionismo.

Il tutto confezionato con il fiocco della libera informazione.

Violenze, differenze razziali, intolleranza verso diversità di genere e di orientamento sessuale: sono solo alcuni dei contenuti che ci vengono forniti.

La piattaforma di proprietà di Google ha deciso di conseguenza di cambiare le sue linee guida: qualsiasi account ritenuto responsabile della diffusione di contenuti estremisti o negazionisti e inneggianti alla superiorità di un gruppo per motivazioni legate al genere, all’età, alla razza, alla religione e all’orientamento sessuale verrà chiuso.

Secondo il comunicato rilasciato dalla società mercoledì scorso, il bando verrà esteso anche agli account i cui contenuti mirano a negare la veridicità di un evento violento.

Come nel caso del video di 30 minuti della sparatoria avvenuta alla scuola di Sandy Hook, a Newtown in Connecticut.

Una delle aree più complesse ed in continua evoluzione con cui dobbiamo fare i conti sono i discorsi d’odio” si legge nel comunicato stampa. 

Abbiamo analizzato il nostro approccio e le nostre politiche grazie all’aiuto di dozzine di esperti circa contenuti quali estremismo, suprematismo, diritti civili e libertà di espressione. Ci stiamo aggiornando per rimuovere contenuti estremisti o violenti dal sito, per ridurre i contenuti borderline e per premiare gli user meritevoli,  revisionando le politiche di remunerazione”.

Youtube segue così il filone di Facebook e Twitter. Già un mese fa, il social network fondato da Zuckerberg  aveva eliminato alcuni degli account più controversi, compreso quello di Alex Jones, complottista conduttore radiofonico americano e fondatore del sito Infowars.

Il bando è stato criticato aspramente dal Presidente americano Donald  Trump, che ha accusato la company di censurare molti account collegati ai movimenti di destra, andando contro al principio della libertà di parola.

Paradossalmente, molti utenti Twitter chiedono a gran voce la limitazione dei tweet del Presidente.

Secondo un portavoce di Youtube, verranno banditi nello specifico account che promuovono la superiorità della razza bianca e che inneggiano a complotti ebrei di controllo del mondo,  alimentando così di fatto la nascita e il diffondersi di movimenti neonazisti.

Rimango esclusi dal bando tutti i contenuti pubblicati da user non soliti a discorsi e immagini estremiste, negazioniste  o violente. Evidentemente la passione per il mondo calcistico e la regola del cartellino giallo contagiano anche gli sviluppatori di policies.

In quest’ottica, si inserisce la decisone di non cancellare il profilo del presentatore Steven Crowder che ha ripetutamente attaccato il reporter cubano di Vox, Carlos Maza, per le preferenze politiche e l’orientamento sessuale.




estremismo negazionismo youtube Carlos Maza

A Crowder è stata negata la possibilità di inserire annunci economici fino all’adeguamento dello stesso alle nuove direttive. In particolare si chiede la cancellazione di link a siti o contenuti offensivi, come, ad esempio, quello che riportava alla vendita di magliette con la scritta “Il Socialismo è per Froci”.

Un filone, quello delle politiche di monetizzazione, ancora oggetto di approfondimento da parte delle piattaforma e vero strumento  per la lotta ai canali più violenti.

Già nel 2017 Youtube provava, con scarsi risultati, a limitare la diffusione di alcuni contenuti, impedendo la possibilità di commentarli o condividerli e impegnandosi a contrastare estremismo e negazionismo sempre più dilaganti.

La problematica maggiore, però, risiede negli algoritmi utilizzati dalla società per creare automaticamente link a video ritenuti di interesse per una determinato user.

Tali strumenti creano il vero volume di affari della piattaforma: secondo gli studi, più del 70% del tempo passato sulla piattaforma deriva dal concatenazione di video suggeriti.

Più un utente visualizza video, maggiori sono i contenuti pubblicitari visionabili.

Algoritmi studiati per creare un grado sempre maggiore di intrattenimento, indirizzando gli utenti verso tipologie di video sempre più violente od estreme.

È nostra responsabilità proteggere la creatività e la diffusione dell’informazione e impedire che la nostra piattaforma sia utilizzata per diffondere odio, molestie, discriminazione e violenze. Siamo pronti a perseguire questo scopo oggi, domani e negli anni a venire”. Il team di Youtube.

Chiara Nobis

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