Bergamo, 30 marzo 2018, Massimo Bossetti ha finalmente una data su cui riporre le sue speranze. Il 12 ottobre è stata fissata l’udienza in Cassazione. Nessun patteggiamento, nessun cambio di versione: Massimo Bossetti vorrebbe “uscirne pulito”, così riferiscono i suoi avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini che chiedono che venga annullata la sentenza d’Appello del 17 luglio 2017 che ribadiva la condanna all’ergastolo per il muratore di Mapello accusato di aver ucciso e abbandonato in un campo la giovane Yara Gambirasio.
I punti saldi della difesa di Bossetti
Salvagni e Camporini hanno presentato 595 pagine di ricorso, a cui è allegato anche un cd. Con questo vorrebbero dimostrare l’estraneità ai fatti di Bossetti, considerando soprattutto il DNA anomalo, dove manca completamente la parte mitocondriale (collegata alla linea materna). Ma la tanto dibattuta prova del DNA non sarà la sola arma in mano ai suoi difensori. Ci sono molti dubbi, infatti, anche sul fatto che il corpo di Yara sia stato per 3 mesi abbandonato nel campo di Chignolo.
Il campo di Chignolo: Yara è stata lì tre mesi?
Le tracce rinvenute sul cadavere della giovane ginnasta farebbero pensare, secondo la difesa, che sia stata prima colpita, poi spogliata e infine rivestita e abbandonata nel campo. Nel lungo ricorso viene contestata l’analisi medico legale circa le prove biologiche e la ricostruzione della decomposizione del cadavere stesso. Molti eccelsi studiosi di DNA sostengono che in quelle condizioni climatiche sarebbe stato pressoché impossibile che le tracce resistessero più di 15 giorni.
Yara Gambirasio, invece, secondo chi ha condannato Bossetti per due volte all’ergastolo, sarebbe rimasta nel campo di Chignolo, esposta agli agenti atmosferici, per tre mesi. Ricordiamo, infatti, che la ragazza scomparve il 26 novembre 2010 per essere poi ritrovata accidentalmente il 26 febbraio 2011, da un amante di modellismo che stava facendo volare il suo aeroplano sopra il campo.
‘Non chiedo di assolvermi’
Non vuole essere assolto Massimo Bossetti, come riferisce il suo avvocato Claudio Salvagni, ma vuole che tramite una nuova perizia sul DNA venga dimostrata la sua innocenza. Nessuna ombra dovrà restare, nessun dubbio: meglio essere dichiarato innocente dopo la nuova perizia sul DNA. Un caso che ha scombussolato l’Italia intera. Ma se Bossetti vive l’attesa della Cassazione come un ultimo atto, l’avvocato Salvagni ci tiene a precisare che “ci sono anche le giurisdizioni sovra nazionali”.
Marta Migliardi