Era stato proprio il regista Woody Allen che, agli albori del caso Weinstein, aveva consigliato di evitare una “caccia alle streghe.” Dopo le rivelazioni del Washington Post, e il lungo articolo del giornalista Richard Morgan, questa volta è lui a finire sotto i riflettori. Dalla lettura di copioni e appunti mai pubblicati, viene fuori il ritratto di un Woody “misogino, lascivo e ossessionato dalle sedicenni.” L’ironia della sorte vuole che sia stato proprio il figlio Ronan Farrow ad aver fatto lo scoop su Harvey Weinstein per il New Yorker.
Scoperchiato il vaso di pandora
Il giornalista Morgan ha letto i file contenuti in ben 56 scatoloni donati all’Università di Princeton e conservati tra i libri rari della Firestone Library. Gli appunti coprono un periodo di 57 anni. Quello che ne viene fuori è il fil rouge di tutti i film di Allen: “…candidato 24 volte agli Oscar, non ha mai avuto bisogno di idee che andassero oltre il concetto dell’uomo licenzioso e della sua bella conquista: un’unica idea che gli ha fruttato molto nella sua lunga carriera”, come spiega il giornalista. A cambiare, nei suoi film, sarebbe solo lo scenario: Parigi, Roma, Barcellona, Manhattan, Hollywood.
La formula delle sceneggiature è sempre la stessa: una relazione sull’orlo del fallimento che viene gettata nel caos dall’arrivo di una giovane donna. In una delle sue storie “Negato dal destino: incidente da Entwhistle” un uomo ricco, colto e rispettabile vive con una ragazza indiana di 21 anni. Poi, dopo la riscrittura, la ragazza ha 18 anni. Anzi meglio, perché non raddoppiarla? Quindi le diciotenni diventano due.
Le parole di Allen sul caso Weinstein
Commentando lo scandalo Weinstein, Woody aveva detto: “c’è un’atmosfera da caccia alle streghe, un’atmosfera da Salem, dove ogni uomo in un ufficio che faccia un occhiolino ad una ragazza si ritrovi improvvisamente a dover chiamare un avvocato.” Woody caro, ti sei forse sentito chiamato in causa? Ti è forse tornato alla mente quel “c’est moi” (sono io) scritto, e poi cancellato, a margine di un dialogo? Te lo ricordi quel dialogo? Un uomo di 45 anni affascinato dalle studentesse del City College di New York.
Potremmo ancora citare una prima stesura del racconto “My apology” dove il regista scrive:
“Di tutti gli uomini famosi che sono vissuti, quello che io avrei voluto essere è Socrate. Non soltanto perché lui era un grande pensatore, perché anch’io sono famoso per avere pensieri profondi, benché i miei ruotino invariabilmente intorno a due cameriere diciottenni che servono cocktail e delle manette di corda.”
In un’altra bozza, intitolata “Il mio discorso ai laureandi” tornano le due cameriere diciottenni: le due ragazze sono in una stanza di hotel con un uomo di 80 anni ma nulla accade.
Woody commenta su Nati Abascal
Riferendosi a Nati Abascal, che lavorò con lui nel film “Bananas”, scende ancor più nei dettagli. “Sapeva recitare? Sì, ho visto e specialmente in sua difesa. Bloccò la mia [mano] quando le toccai la coscia e puntò il suo ginocchio sul mio inguine mentre discutevamo dello show business. … Tirai fuori un contratto dalla mia tasca ed entrambi firmammo, ma non finché le dissi delle obbligazioni sessuali che erano parte del lavoro di ogni attrice che lavorava con me. … Cominciai ad apprezzare col tempo il suo corpo per quello che era, a volerlo dire, il corpo di una ragazza. Presto si abituò ai miei modi. Consapevole della mia posizione di figura paterna sul set la incoraggiai a venire da me per i suoi problemi. Quando non si fece mai vedere, andai io da lei col mio problema.” Non c’è da stupirsi, dunque, se l’attrice Ellen Page ha definito il suo lavoro con Allen il più grande rammarico della sua vita.
Vogliamo lasciare il beneficio del dubbio, per ora, su quanto Allen scrive riguardo la Abascal.
Volendo volgere lo sguardo anche dentro casa nostra, nella nostra amata Italia, misoginia e sessismo sono all’ordine del giorno. Se aspiri a diventare avvocatessa la laurea è un optional. Ciò che è d’obbligo è: essere single, vestire abiti succinti e portare i tacchi a spillo.
Donne, mi rivolgo direttamente a voi. Parlate. Denunciate. #MeToo
Lorena Bellano