Domani, 29 settembre, è attesa nelle sale Café Society, la nuova pellicola di Woody Allen. Il giorno dopo è prevista, invece, l’uscita della sua prima serie: Crisis in Six Scenes. Un week-end storico per uno dei più importanti e prolifici registi di sempre.
Si tratta di due prodotti in costume: il primo ambientato nella New York anni ’30 e il secondo in quella degli anni ’60. Ritroviamo dunque un Allen nostalgico e legato sì alla sua città, ma anche a momenti storici cruciali dal punto di vista sociale e culturale.
Le prime critiche parlano di un film impegnato e sentimentale e di una serie leggera e un po’ vuota. Ma a breve ne sapremo tutti parlare un po’ meglio. Intanto ci prepariamo alla consueta divisione sull’operato di un artista controverso ma dall’indubbia genialità.
In attesa di visionare le opere, non ci resta che parlare di un elemento centrale nel lavoro di Woody: il cast. Anche qui, infatti, le scelte compiute dall’autore non possono passare inosservate.
Si sa, oltre ad essere un inimitabile sceneggiatore e un abilissimo regista, Allen ha dimostrato nei suoi tantissimi film di essere anche un eccellente direttore degli attori. Praticamente tutta Hollywood ha lavorato con lui, spesso a cifre irrisorie pur di toccare con mano (e venir toccati) dal genio del regista newyorkese.
L’elenco degli attori di rilievo che hanno preso parte alle sue pellicole è sconfinato. Ma la caratteristica che lo contraddistingue è quella di essersi sempre legato artisticamente e sentimentalmente a delle bravissime attrici che ha saputo valorizzare tanto da innalzarle a livello di muse.
Le muse storiche di Woody Allen
La lista delle attrici che hanno accompagnato negli anni Woody Allen dentro e fuori dal set inizia con Louise Lasser. L’attrice, newyorkese ed ebrea come il regista, partecipò con lui a tre film e fu la sua seconda moglie.
Poi venne il turno di Diane Keaton. Otto film e un oscar come miglior attrice (Io e Annie) per uno connubio artistico attrice-regista tra i più celebri della storia del cinema.
Non meno rilevante nella vita dell’artista la relazione sentimentale e artistica con Mia Farrow. Assieme i due diedero alla luce un figlio e ben 13 pellicole.
Ma oltre a queste importanti donne della vita del regista, si possono citare tantissime altre grandi attrici. Dianne Wiest, Mira Sorvino, Penélope Cruz e Cate Blanchett hanno tutte vinto un oscar grazie ai ruoli offerti loro da Allen. Mentre attrici di rilievo come Charlize Theron, Scarlett Jhoansson e Léa Seydoux hanno offerto delle interpretazioni estremamente convincenti.
Le attrici che non ti aspetti
Nel cast delle due opere di prossima uscita risaltano tra tutti i nomi di due attrici quantomeno controverse: Kristen Stewart (Café Society) e Miley Cyrus (Crisis in Six Scenes). La prima è diventata famosa grazie a ruolo di Bella nella saga di Twilight. La seconda è stata la Hannah Montana della serie Disney prima di diventare un’acclamata pop star.
Entrambe, però, hanno in comune il fatto di essere generalmente malviste dalla critica. Principalmente a causa delle interpretazioni che le hanno rese celebri, le due attrici sono al contempo idolatrate da una parte del pubblico e biasimate dalla restante. La Stewart viene criticata per la sua inespressività, nonostante alcuni ruoli di rilevo. Mentre la Cyrus viene considerata un’attrice per ragazzine cresciuta un po’ troppo in fretta.
Una cosa è certa: sia Kristen, con le sue occhiaie imbarazzanti e la bocca sempre aperta, sia Miley, con la sua insaziabile voglia di leccare martelli, non sono neanche lontanamente paragonabili alle grandi attrici sopra citate.
Eppure Woody Allen le ha scelte per due ruoli chiave, scommettendo sul loro talento. A prescindere da quanto effettivamente sia grande questo talento, confidiamo che entrambe avranno fatto un buon lavoro. Il tocco di Allen, con rare eccezioni, rende magica ogni cosa. E poi, nel cinema più che nella vita vera, i miracoli sono sempre possibili.
Quindi prepariamoci per un week-end pieno di sorprese. Sia che sul grande che sul piccolo schermo, Kristen e Miley sono pronte a stupirci.
articolo di Carlo D’Acquisto