Il Festival di Woodstock salta prima di compiere 50 anni

Woodstock

Woodstock 50  non si farà.

Questa la sentenza implacabile sulla prossima edizione di quello che è forse il festival musicale più importante della storia contemporanea.

L’effetto della cancellazione dell’evento, programmato tra il 16 e il 18 agosto a Watkins Glen, nello stato di New York, viene accentuato da quel numero “50“, che simboleggia un anniversario molto importante. Tra interruzioni, polemiche, svolte stilistiche e sociali, il festival, nato sotto la triade; pace, amore e musica, avrebbe compiuto 50 anni.

“Non ci sono più le condizioni per organizzare un evento degno del marchio Woodstock, non crediamo che la produzione del festival possa garantire allo stesso tempo la salute e la sicurezza degli artisti, dei partner e dei partecipanti”.

Questa è la motivazione presentata ufficialmente dai finanziatori del Dentsu Aegis Network, responsabili della raccolta fondi per la realizzazione del mega concerto. Una decisione osteggiata dagli organizzatori, primo fra tutti Michael Lang, promotore di Woodstock, il quale aveva smentito più volte i vari rumour che circolavano da qualche giorno, ma che  ha dovuto cedere, alla fine, alle prerogative amministrative trascendenti il messaggio di arte e bellezza che il festival di Woodstock ha sempre cercato di veicolare.

La fine di una stagione chiamata “Summer of love”

Prima della decisione ufficiale, il sentore che qualcosa non funzionasse nella macchina organizzativa di Woodstock era nell’aria.
La prevendita dei biglietti, ad esempio, che era prevista  già dalla  scorsa settimana non è mai partita. A questo segue la mancata autorizzazione dei permessi  del dipartimento della salute dello Stato di New York, necessari quando si tratta di organizzare un evento di massa.

Nonostante tutto sembra remare contro, Michael Lang non vuole ancora parlare di “cancellazione”; notizia poi riportata anche da alcuni siti i quali sostengono che la notizia della cancellazione sarebbe falsa e che il concerto si terrà.




I cinquant’anni di Woodstock avrebbero comunque contare sulla partecipazione di alcuni fra i più celebri esponenti della scena pop, rock e Rap: da Jay-Z ai The Killers, da Chance the Rapper a Miley Cyrus. Non sarebbero mancati i pilastri del rock contemporaneo, come Robert Plant, assieme ad alcuni diretti testimoni di quella prima storica edizione del 1969 che culminò nella rimpianta e controversa Summer of Love:  John Fogerty dei Creedence Clearwater Revival, Carlos Santana, David Crosby, Canned Heat e gli Hot Tuna.

Comunque la si pensi, Woodstock è stata una favola moderna che avrebbe potuto guardare al futuro, ma in realtà ha smesso di essere tale già dalla seconda edizione, quando molte di quelle speranze e di quelle illusioni, entrarono drammaticamente in contatto con l’impossibilità di contrapporre i fiori ai cannoni (quelli veri purtroppo), ma anche di perseguire un ideale che non comprese realmente il cambiamento in atto nelle società del mondo. Di conseguenza Woodstock è divenuto per molti un simbolo e un manifesto, confinato ai ricordi di chi ha vissuto la stagione dell’amore e ora vive in mezzo alle stagioni dell’inedia.

Fausto Bisantis

 

 

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