Wislawa Szymborska: la poesia tra politica e amore per la vita

Wislawa Szymborska

C’è un paese in cui la poesia diventa best seller: la Polonia, dove i libri di Wislawa Szymborska hanno raggiunto le 50.000 copie vendute.

Wislawa Szymborska, Nobel nel 1996, ha il grande merito di aver avvicinato un pubblico sempre più vasto alla poesia, decisamente meno popolare della prosa. In una sua poesia, Ad alcuni piace la poesia, sarà l’autrice stessa ad ammettere che questo genere della letteratura piace a non più di due persone ogni mille.

Nata nel luglio 1923, non ha potuto godere dei privilegi di un’istruzione lineare a causa dell’occupazione tedesca. Nonostante questo, nel ’41 riuscì a conseguire il diploma e nel ’45 segue un corso di letteratura polacca. Purtroppo, per motivi economici non riuscì a portare a termine gli studi. Nel ’43, riesce a scampare ai lavori forzati grazie al suo impiego presso le ferrovie.

La sua produzione letteraria inizia quando è ancora giovane, e le sue poesie vengono pubblicate su più periodici, dopo l’esordio letterario con Cerco una parola.  Una poesia che esprime tutta l’impotenza dell’uomo di fronte al grande mostro del nazismo. Sempre negli anni ’40, tenta la pubblicazione della sua prima raccolta, che viene rifiutata per motivi politici: non possedeva, infatti, i requisiti socialisti necessari. Questo nonostante la poetessa fosse dichiaratamente fedele all’ideologia ufficiale della PRL, sottoscrivendo petizioni ed elogiando Stalin, Lenin, il socialismo.

Membro del Partito Operaio Unito polacco, prese ufficialmente le distanze da l comunismo nel 1960, quando già aveva preso contatti da tempo con i dissidenti. Definì la sua adesione al comunismo un “peccato di gioventù”.

Per Wislawa Szymborska fu talmente forte il desiderio di distaccarsi da questo suo peccato di gioventù, che decise di non fare mai ristampare le sue prime raccolte di poesie, in quanto erano una manifestazione del suo impegno politico.

Ero allora profondamente convinta della fondatezza di quello che scrivevo – un’affermazione che non mi scagiona nei confronti di quei lettori forse in qualche modo influenzati dalle mie poesie … se non fosse per questa tristezza, per questo senso di colpa, forse addirittura non rimpiangerei le esperienze di quegli anni. Senza di esse non avrei mai saputo cosa è la fede in una ragione unica. E quanto sia facile non sapere quello che non si vuole sapere.

 




Queste sono le parole che la poetessa ha pronunciato in merito alle posizioni politiche che aveva sposato in gioventù.

La politica e l’impegno sociale sono uno dei perni fondamentali della sua produzione poetica, che è fortemente – e inevitabilmente – influenzata dagli eventi storici. Basti pensare a Ancora, che racconta lo sterminio degli ebrei polacchi. Oppure alle parole spese per parlare dell’11 Settembre, che è visto come un attimo fissato nella storia del divenire del mondo. Ma storia e politica non sono gli unici temi trattati. La vera protagonista assoluta della poesia della Szymborska è la vita.

L’utilizzo del verso libero lascia ampio respiro al lettore con una grande semplicità che non si traduce mai in superficialità, ma lascia immaginare l’origine della poesia nel silenzio e spinge verso l’introspezione intellettuale quanto sentimentale. Nei componimenti della Szymborska, la realtà materiale del mondo ha un ampio spazio, così come la quotidianità. Le piccole cose di tutti i giorni vengono raccontate con lo stupore di chi le incontra per la prima volta, e sono questa piccole cose ad essere i tasselli ordinati che compongono il tutto, l’incontro con la vita. Un incontro delicato, e privo di orpelli. Non c’è mai spazio per una parola in più, tutto è perfettamente equilibrato e scandito, in una poesia che è essenziale, nuda, scarna ma paradossalmente piena di contenuto. Una poesia che attraversa i valori personali per abbracciare quelli universali.

Una poesia che vale la pena di scoprire o riscoprire.

Sofia Dora Chilleri

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