A Berlino, la gente scende in piazza per sostenere i rifugiati di Moria: Wir Haben Platz! Letteralmente, noi abbiamo spazio, – per i migranti!
Moria resta il più grande campo profughi d’Europa; negli ultimi giorni il fuoco divampa tra le baracche. L’incendio è indomabile, la gente scappa in balìa della perdita.
Certe notizie continuano a scorrerci addosso: questo è l’ennesimo atto di disumanità a cui dovremmo sottrarci.
Un campo profughi confinato in una morsa di indifferenza
In un campo la cui capienza non dovrebbe superare le tremila persone, se ne contano invece quindicimila.
Il campo greco era stato sottoposto ad una immediata quarantena dopo aver rilevato 35 casi di coronavirus. Così, il governo non ha lasciato sfuggirsi un’occasione per confermare la totale mancanza di umanità.
Mediterranea Rescue ci racconta di come siano stati forniti 854 mila euro alla compagnia Aktoras, affinché venisse recintata l’intera area per impedire fughe e, quindi, ghettizzare anziché prendere soluzioni che potessero garantire una reale risoluzione del contagio.
Medici Senza Frontiere ha affermato, nei giorni antecedenti all’incendio, come la quarantena risultasse un atto sconsiderato e pericoloso.
Non è possibile, infatti, portare avanti all’interno dell’area un protocollo sanitario lì dove è previsto un rubinetto d’acqua ogni milletrecento persone. Non è possibile garantire una quarantena efficace quando si vive a meno di un metro di distanza in condizioni igieniche incontrollate.
L’incendio e la protesta di Berlino: Wir Haben Platz!
Sono mesi che il campo brucia; le persone stentano a sopravvivere tra violenze e paura. Il coronavirus è una piaga mondiale che non ha lasciato scampo ad un luogo di per sé già turbato e, purtroppo, inascoltato.
Così, l’incendio dell’8 settembre è stata un’altra catastrofe nella catastrofe. Le fiamme hanno bruciato gran parte dell’area. Ormai il campo verte nella distruzione, ci giungono video che testimoniano la fuga di uomini, donne, bambini a cui restava molto poco e che adesso si ritrovano a trascorrere la notte sotto un albero, o in qualunque posto che possa ancora dare una parvenza di speranza.
In sostegno a queste vertiginose dinamiche, la gente di Berlino è scesa in piazza con uno slogan ben preciso disegnato sui cartelloni e lanciato tra le pagine web da una cospicua fetta di utenti: “Wir Haben Platz”, urlano, abbiamo spazio!
L’Europa ascolterà il grido Wir Haben Platz?
Ad oggi, a far notizia è la scelta di giovani che scendono per le strade e lanciano un appello di solidarietà a Moria. A far notizia sono in diecimila, muniti di mascherine e distanziamento sociale, e ci dicono: Wir Haben Platz, lo spazio c’è da noi ed è nostro dovere condividerlo.
Forse però, a destare notizia dovrebbe esser qualcos’altro. Ad esempio, l’indifferenza atroce in cui fino ad ora il campo-profughi è vissuto.
I bambini di quel campo hanno visto la morte ogni giorno della loro vita, la loro sfera infantile è deturpata per sempre.
Perché ciò non ci indigna più? Le persone muoiono manchevoli di diritti umani e noi occidentali sembriamo anestetizzati. Quand’è che ci scrolleremo questo torpore, è una domanda che non può più aspettare.
Non abbiamo merito per essere nati dalla parte “giusta” di questo mondo, e loro non hanno nessuna colpa per essere dalla parte sbagliata.
Maria Pia Sgariglia