Se non proprio un’agile sponda pel fronte precauzionista, quanto meno un barlume di speranza perché (a differenza dei conclamati lobbysti in carriera) almeno questi ti stanno a sentire. Così, all’apparenza, sono apparsi i 5 Stelle per chi difende il diritto alla tutela della salute pubblica, minacciata dalle irradiazioni elettromagnetiche. Non più tardi dell’ultimo ballottaggio capitolino, insieme ad associazioni di malati, medici e ricercatori (per l’aspetto giudiziario, intervenne Domenico Fiordalisi, Procuratore di Tempio Pausania) i pentastellati alla Pisana organizzarono un convegno in Regione Lazio (fui invitato come moderatore) per denunciare i rischi da Elettrosmog per la popolazione. A seguire, l’eco di Chiara Appendino in un chiaccherato twitt in cui (finalmente) un Sindaco di una big s’esponeva sollevando il dubbio sulla pericolosità delle microonde Wi-Fi, tant’è che prontamente mi spinsi a scrivere, sperando in un asse precauzionale Torino-Roma, che una smart city è quella che adotta politiche sanitarie cautelative e non rischiose strategie tecnologiche fatte passare come inevitabile progresso (che potrebbero ammalare chiunque!)
Si qui la speranza. Poi è toccato al Codacons, l’indizio che qualcosa potesse non andare nel verso giusto, insediato il Sindaco Raggi: Carlo Rienzi (evidentemente fiducioso in un dialogo apartitico coi grillini) propose la nomina di Livio Giuliani come Assessore all’Ambiente in Campidoglio, spendendo pubblicamente il nome di un noto fisico a cui – per altro – si deve molto per i limiti soglia stabiliti per legge sul campo elettrico emesso dalle antenne di telefonia mobile (al netto dei machiavellismi 6 V/m, tra i più bassi d’Europa). Risultato? Nulla di fatto, come in fumo è andata anche una mia volontaria consulenza offerta ad un gruppo consiliare dell’area Roma Metropolitana a cui avevo girato gli strumenti per la stesura di una mozione precauzionista nell’intento di dismettere il Wi-Fi dalle scuole pubbliche (i nostri figli sono sempre più a rischio in aule elettromagnetiche!), optando per il più sicuro cablaggio di rete (previsto dal Decreto Galletti di Gennaio: molte scuole virtuose si stanno adeguando e il Comune di Brescia le ha già cablate tutte!)
Ancora un buco nell’acqua a 5 Stelle. La ciliegina sulla torta è recente: per mano di Virginia Raggi, Roma Capitale stipula un protocollo d’intesa per l’avvio della sperimentazione di tecnologie 5G e Wi-Fi (dal 2018), in barba all’appello internazionale lanciato alla Commissione Europea da poco meno di 200 tra medici e scienziati di tutto il mondo che hanno chiesto una moratoria per l’uso delle frequenze 5G per i pericoli che queste possono comportare in aggiunta ai segnali (ancora attivi!) di ETACS, GSM 2G, 3G, 4G e Wi-Fi, preoccupati per le eventuali conseguenze sanitarie derivanti da un’irradiazione senza precedenti nella storia dell’umanità (e di cui nessuno conosce ancora gli esiti su larga scala a medio-lungo termine).
Auspicando l’applicazione di una teorica democrazia partecipata, A.M.I.C.A. (battagliera nella rivendicazione dei diritti di cittadini elettrosensibili, e non solo) ha scritto al Sindaco Raggi (che nei giorni scorsi ha persino ipotizzato l’utilizzo dei lampioni d’illuminazione stradale per disseminare ovunque nuovi router Wi-Fi) chiedendo un incontro, sottolineando come ormai “la letteratura scientifica dimostra chiaramente il danno dovuto a campi elettromagnetici ben al di sotto degli attuali limiti di legge, concludendo che un limite accettabile per la sicurezza della salute è 0,6 V/m. Alcuni studi scientifici, peraltro, hanno concluso che le radiazioni da radiofrequenza e da microonde emesse dalle tecnologie senza fili, sono da considerarsi ‘Cancerogeni certi per l’Uomo’ ovvero sono da inserire nella Classe 1 dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro”. In un’altra nota si legge poi come “siamo consapevoli delle pressioni che la classe politica riceve da parte delle multinazionali delle telecomunicazioni, ma la responsabilità civile e morale di un politico è quella di informarsi e di prendere decisioni indipendenti per il bene della salute pubblica”. Se così non fosse, più che una ventata di novità, anche i 5 Stelle rischierebbero di scadere in un film già visto, in un deludente dèjà vu. Lobby o salute? Negazione o precauzione? Si resta alla finestra!