Lo scorso 29 agosto, la Juventus ha ufficializzato l’acquisto “lampo” di Weston McKennie, centrocampista statunitense arrivato a Torino dallo Schalke04. L’accordo tra le due società è quello di un prestito con diritto di riscatto in caso di raggiungimento di specifici obbiettivi stagionali, per un totale di 4,5 milioni di euro a cui aggiungere i 18,5 necessari per l’eventuale acquisto a titolo definitivo. Un’operazione coraggiosa e proiettata verso il futuro che ha avviato il ringiovanimento della rosa bianconera.
Il 21enne texano, da sempre pupillo del nuovo mister Andrea Pirlo, ha dimostrato il proprio carattere anche fuori dal campo. Pochi sanno infatti che Weston è stato uno dei primi atleti in Europa ad aver manifestato il proprio sostegno al movimento #BlackLivesMatter. A cinque giorni dall’assassinio di George Floyd, il centrocampista è sceso in campo contro il Werder Brema indossando una fascia con la scritta “Justice for George“. Il suo gesto è stato presto imitato da altri calciatori della Bundesliga, quali Jadon Sancho e Marcus Thuram. Il messaggio lanciato dal giovane statunitense ha ispirato squadre come il Bayern Monaco ed il Borussia Dortmund a far indossare ai propri tesserati delle magliette con l’hashtag #BlackLivesMatter durante il riscaldamento.
Ma chi è davvero Weston McKennie e com’è iniziata la sua avventura calcistica?
L’infanzia in Germania e la prima esperienza calcistica
Nato nella cittadina texana di Little Elm, Weston si trasferì con la famiglia in Germania, a Kaiserslautern, ad appena 6 anni. Suo padre, infatti, aveva ottenuto un incarico presso la base militare aerea di Ramstein. Durante i tre anni trascorsi in Germania, il piccolo McKennie iniziò a giocare nei pulcini del FC Phönix Otterbach.
Non essendoci ancora il football americano in Germania, decisi di provare a giocare a calcio. Considero il mio primo allenatore una figura fondamentale per la mia carriera, perché è riuscito a coinvolgermi sin da subito.
Il ritorno negli Stati Uniti e le giovanili del Dallas
Dopo essere ritornato negli States, Weston fu presto ad un bivio cruciale: dedicarsi al football americano o continuare con il calcio. Se da un lato c’era la passione di sempre, dall’altro scalpitava l’amore per uno sport che aveva iniziato a coinvolgerlo man mano in maniera maggiore. Prevalse la seconda scelta e l’avventura calcistica di McKennie continuò nelle giovanili dell’F.C. Dallas. Le sue prestazioni durante i sette anni in Texas stuzzicarono l’interesse dello Schalke04, squadra tedesca che riuscì a portarlo in Europa nel 2016.
Weston McKennie e la consacrazione a Gelsenkirchen
Dopo solo un anno nelle giovanili dello Schalke04, Weston McKennie venne promosso in prima squadra e debuttò, il 20 Maggio 2017, nell’ultimo match di Bundesliga contro l’Ingolstadt 04 dopo aver stregato l’allenatore italiano Domenico Tedesco. La stagione successiva fu quella della consacrazione, con 25 presenze tra campionato e coppe e l’esordio in nazionale dopo le precedenti esperienze in Under17, 19 e 20. Weston lasciò subito il segno portando in vantaggio gli USA nell’amichevole contro il Portogallo, poi pareggiata per 1 – 1.
Il terzo anno con la maglietta dei Königsblauen vide il giovane centrocampista diventare un perno insostituibile della squadra. In 33 presenze complessive, McKennie mise a segno le sue prime due reti in due vittorie importantissime contro il Lokomotiv Mosca, in Champions League, e nella sfida con il Fortuna Düsseldorf. L’ultima stagione in Germania fu in assoluto la più prolifica per il 21enne texano che, con l’aiuto del nuovo allenatore David Wagner, suo connazionale, trascinò lo Schalke04 fuori da un periodo di crisi con 3 gol e 33 presenze totali.
Weston McKennie ed il #BlackLivesMatter
Cinque giorni dopo l’assassinio di George Floyd, il giovane texano scese in campo contro il Werder Brema indossando una fascia con la scritta “Justice for George“. Un gesto estremamente forte che ha presto ispirato altri calciatori in Bundesliga come Jadon Sancho del Borussia Dortmund e Marcus Thuram del Borussia Mönchengladbach. Il coinvolgimento di Weston in problematiche di questo tipo sono note da tempo e la sua responsabilità sociale è un esempio encomiabile non solo negli States. Il centrocampista, infatti, è stato uno dei primi a mostrare pubblicamente sostegno al movimento #BlackLivesMatter in Europa, tanto in campo quanto nella vita quotidiana.
Come atleti, abbiamo il dovere di condannare ogni forma di violenza e razzismo, sostenendo movimenti come il #BlackLivesMatter. In quanto personaggi pubblici, abbiamo una visibilità incredibilmente ampia che dobbiamo sfruttare al massimo per lanciare dei messaggi educativi e sensibilizzare le persone.
In un’intervista rilasciata recentemente alla rivista tedesca Sport Bild, McKennie ha commentato il comportamento di Donald Trump, criticandone l’atteggiamento razzista e negandogli il proprio sostegno.
Non penso sia adatto al ruolo di Presidente. Non credo riesca a comprendere appieno la responsabilità che ha nei confronti del paese.
Parole forti che mostrano il carattere ed il coraggio di questo ragazzo che non vuole abbassare la testa davanti all’inaccettabile comportamento del Tycoon e della sua amministrazione. Al termine dell’intervista, il giocatore ha criticato l’uso della violenza da parte della polizia durante i cortei della comunità afroamericana, scagliandosi anche contro quei manifestanti non pacifici che rischiano di inquinare il messaggio della protesta.
La nuova avventura in bianconero
Il 29 agosto 2020, la Juventus ha ufficializzato l’acquisto, a titolo non ancora definitivo, di Weston McKennie. Nonostante l’inevitabile emozione del neo-ventiduenne, la conferenza stampa di presentazione ha evidenziato tutto il suo carattere e la sua voglia di vincere, migliorarsi ed essere d’esempio per gli altri. Quello che ha stregato mister Pirlo infatti, oltre all’incredibile capacità nel recuperare palloni e nell’alternare la fase difensiva e quella offensiva, è stata la personalità del centrocampista. Lo testimonia la risposta ad una delle domande circa il suo impegno a sostegno del #BlackLivesMatter.
Ho cercato di avere un ruolo importante per il movimento, specialmente in Germania. Essere in un nuovo paese che non conosco ancora non mi impedirà di portare avanti le mie idee e di continuare la lotta al razzismo. La Juventus mi ha offerto, sin da subito, il totale appoggio in questa direzione. E’ stato un atteggiamento che ho molto apprezzato e che mi ha convinto, in maniera definitiva, che questa fosse la scelta giusta.
Una Juventus a stelle e strisce
Weston, inoltre, è diventato il primo giocatore americano della storia della Juventus. Un risultato incredibile che punta i riflettori sull’esponenziale crescita del calcio negli Stati Uniti.
Per me è un onore poter essere un giocatore di questo club. Di certo, sapere di essere il primo americano ad entrare nella storia della Juventus mi rende particolarmente orgoglioso. Avere l’opportunità di rappresentare il mio paese con questa maglia, incentivando i giovani a lavorare sodo per arrivare a traguardi così importanti, è motivo di gioia.
Parlando di mister e compagni, tra cui l’immancabile CR7, non è mancata l’emozione.
Avere un allenatore come Pirlo non accade tutti i giorni. Poter imparare da un maestro come lui ed essere circondato da grandi giocatori è un sogno che si avvera. Prima li vedevo solo nei videogiochi, mentre adesso li ho davanti a me in allenamento. Vorrei farmi delle foto con loro ma cerco di non comportarmi da tifoso ma da professionista. […]
In questi primi giorni ho notato l’incredibile professionalità dello spogliatoio e di tutti i miei nuovi compagni di squadra. Avere l’opportunità di studiare i movimenti e l’attitudine vincente di Cristiano e degli altri mi aiuterà tantissimo a crescere come giocatore.
In attesa del debutto in Serie A della nuova Juve di Pirlo, i più romantici possono lasciarsi emozionare dall’emozionante favola di McKennie. Campione già fuori dal campo, sarà una futura stella all’ombra della Mole Antonelliana?
Alessandro Gargiulo