Il rapporto che si instaura tra la fotomodella e il fotografo è basato su un accordo di professionalità e rispetto reciproco
Uno scatto d’autore, che sia di nudo o meno, richiede esperienza e fair play. Un fotografo deve saper catturare l’anima del soggetto. Tuttavia questo settore pullula di ciarlatani che sfruttano tale professione per scopi tutt’altro che artistici e la fotomodella è, purtroppo, la prima a subirne le conseguenze.
Oggi molte modelle lamentano di cadere vittime di chi sfrutta la loro bellezza per soli scopi sessuali. Un’oscenità a cui questo settore, purtroppo, è frequentemente soggetto
Fin da bambina la fotomodella nutre il sogno di posare di fronte a telecamere o a fotografi capaci di immortalare quel fascino che lei stessa sente di possedere. Ma questo mondo è spesso fuorviante e può succedere di incappare facilmente in “ciarlatani” dai meschini scopi, tutt’altro che artistici. Alcune di esse accusano immediatamente il truffatore, altre invece, forse per ingenuità o inesperienza, cedono alla perversione di questi millantatori.
Ciò causa anche la diffamazione di un settore – in particolare quello della fotografia di nudi artistici – che non ha nulla a che vedere con la depravazione
La fotomodella può posare con o senza abiti e non è questo che genera ambiguità. In realtà non esiste oscenità nel nudo, tanto meno nell’eroticità, piuttosto uno scatto dovrebbe suscitare in chi lo osserva pulsioni di grazia. Entrambi i ruoli, sia quello del fotografo che della modella, richiedono etica e competenza. Senza questi due fattori difficilmente si raggiungono buoni risultati.
La macchina fotografica è una “scatola magica” capace di cogliere l’anima della fotomodella in un’armonia di forme e luce
Sono pochi i professionisti in grado di vedere oltre la sterilità dell’immagine e cogliere invece quel dettaglio sfuggente. Il ruolo della fotomodella dovrebbe essere, perciò, quello di musa ispiratrice. Non è sufficiente sfoggiare fattezze perfette, ella deve possedere il fascino intimo e perturbante. E’ importante poi comprendere i propri ruoli. Di fatto tra la modella e il fotografo è frapposto l’obiettivo – un occhio che cattura e tramuta in arte fulminee sfumature – questo è dunque il confine tra i due, che è bene non oltrepassare.
Un vero fotografo professionista possiede la capacità di visione dell’oltre e sviscera l’intimità della fotomodella senza per ciò cedere alla propria libidine
Pertanto lo scopo del fotografo è quello di estrapolare, dalla bellezza fine a se stessa, il sublime. Come diceva Henry Cartier – Bresson: “Quello che un buon fotografo deve cercare di fare è mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio“. E ciò esula da qualsiasi altra ambigua pretesa.
Se il fine non è questo, allora la figura è quella del ciarlatano che sfrutta le malcapitate per solo piacere personale
E questo è un reato, sia nei confronti dell’arte che della fotomodella, che ingenuamente – o invogliata da facili guadagni e finte promesse di notorietà – incappa in queste tristi realtà. La modella possiede un dono, che non è la sola bellezza estetica, ma è anche leggiadria e fascino. Deve saper trasmettere l’incanto e per fare ciò ha bisogno di chi sappia vedere oltre un bel seno o delle belle gambe. E questo solo un vero professionista può farlo.
Per meglio approfondire la tematica chiediamo l’intervento di David La Pietra, docente e vicepresidente dell’associazione fotografia Camera Creativa:
David, tra i tanti soggetti da te scelti, ci sono anche splendide modelle immortalate nei tuoi scatti artistici. Come gestisci il rapporto lavorativo tra te e la modella e con quale “occhio” professionale guardi il soggetto?
Credo che la gestione del rapporto tra fotografo e soggetto ritratto sia l’aspetto più complesso che si deve affrontare nel fotografare una persona. Soprattutto tra uomo e donna ci sono dei piccoli equilibri che a mio avviso vanno stabilizzati fin dall’inizio. Mettere a proprio agio la persona che è davanti alla macchina fotografica è fondamentale, ma fino ad un certo punto… Non serve instaurare un rapporto strettamente confidenziale o addirittura invadente per portare a casa un buon lavoro. Personalmente mi lascio quel velo di distacco professionale che mi ha sempre aiutato.
Uno dei miei maestri diceva che quando guardiamo dentro il mirino della nostra macchina fotografica, che ci sia dall’altra parte una pianta, o una sedia, o una donna nuda, è la stessa cosa. L’obiettivo finale è l’immagine che dobbiamo realizzare.
Ecco, io la penso esattamente così: il mio fine ultimo è la fotografia, nel momento in cui guardo nel mirino, non sono l’uomo, sono il fotografo.
A tuo parere, qual è la differenza tra un fotografo professionista e un ciarlatano?
Personalmente farei un’altra differenza: quella tra fotografo professionale e ciarlatano. Perché ci sono tantissimi fotoamatori, che non fanno della fotografia il loro lavoro, ma che sul set sono molto professionali ed educati.
All’altra categoria (della quale purtroppo anche dei professionisti ne fanno parte) appartengono invece quelle persone che non hanno come scopo finale quello di realizzare una foto. La fotografia in quel caso è solo il mezzo con il quale hanno l’opportunità di instaurare dei rapporti “particolari” con le persone sul set. E nella maggior parte dei casi, puntano a fotografare la modella più svestita possibile. Non che ci sia nulla di male nel fare fotografie di nudo, intendiamoci, ma è lo scopo che cambia, le intenzioni.
Come stanno lavorando le associazioni dei fotografi per arginare il problema della depravazione di questi finti “artisti” della fotografia?
Già da vari anni sono nate associazioni e molti gruppi social che hanno il fine di arginare questo problema . E devo dire anche con buoni risultati.
Il problema però purtroppo è duplice: il primo aspetto è che “la mamma dei cretini è sempre incinta”, quindi sarà difficile debellare questa “piaga” totalmente. Perché oggi che la fotografia (nel senso ampio del termine) è fruibile un po’ da tutti, spuntano ogni giorno molti soggetti che usano questo mezzo per altri scopi. L’altro aspetto sono le modelle stesse, alcune troppo superficiali nell’analisi e la scelta dei fotografi . E altre, purtroppo spesso, consenzienti a spogliarsi per foto (nettamente di cattivo gusto) dietro compenso di qualche decina di Euro.
Ci vorrebbe molto più buon senso sotto questo aspetto.
Infine, quale consiglio daresti alle modelle per non cadere nelle mani dei ciarlatani?
Di elementi per analizzare in quale mare andiamo a navigare, ce ne sono tanti.
Cercherò di riassumere i più importanti:
Un campanello d’allarme può essere l’insistenza da parte del fotografo nel voler stare necessariamente da solo sul set con la modella. A volte è necessario per ragioni lavorative, ma stiamo già parlando di lavori ad alto livello, negli altri casi invece non è strettamente necessario. Le modelle non dovrebbero avere remore nel farsi accompagnare da familiari o dai loro affetti sul set. L’importante è che gli esterni seguano delle regole di buona educazione.
Un altro elemento valutativo potrebbero essere le richieste del fotografo di foto private (spesso di intimo o di nudo) nei giorni precedenti al set. La trovo una richiesta inutile e che non ha nulla di “tecnico” all’interno. Perché se gli scatti da realizzare sono di ritratto (faccio un esempio) non serve vedere la ragazza senza vestiti. Mentre se gli scatti concordati sono senza veli, il 99% delle volte la modella ne ha già fatti altri, che sono nel suo portfolio pubblico. In sostanza la valutazione da fare è se quella richiesta non sia un modo per “rompere il ghiaccio” . Per poi incalzare con altre pretese che poco c’entrano con la fotografia.
Un ultimo consiglio che posso dare è quello di informarsi sul fotografo o fotoamatore con il quale si deve scattare. Non ci trovo nulla di male nel fare una piccola “indagine social”, guardare il suo portfolio, confrontarsi magari con altri fotografi o con altre modelle. Il mondo della fotografia è molto competitivo, sia tra fotografi che tra modelle, ma su questo argomento per fortuna, c’è abbastanza coesione. Quindi volendo chiedere dei consigli, sicuramente si trova sempre qualche porta aperta.
Ci auguriamo che questo articolo funga da monito per tutte quelle ragazze che aspirano alla professione di modella. E’ un lavoro che pretende dignità e attenzione.
Infine bisogna ricordare che la fotografia è un’arte molto raffinata ed è possibile distinguerla facilmente da quella di ciarlatani dai meschini scopi, ora anche grazie ai preziosi consigli di David La Pietra, che ha gentilmente condiviso la usa esperienza con tutti noi.
Sabrina Casani