Il teatro degli orrori a Gaza, segnato da pesanti bombardamenti e una crescente crisi umanitaria, si trova al centro delle discussioni mondiali con il tanto atteso voto dell’ONU su Gaza e la sua devastante situazione. In un contesto in cui le bombe si abbattono, causando devastazione e perdite umane, la comunità internazionale si trova a un bivio diplomatico. Questo voto, inizialmente incentrato sulla richiesta di “fine immediata” dei combattimenti, ora solleva interrogativi sulla sua efficacia nel risolvere la complessa crisi che affligge la Striscia di Gaza. Mentre la diplomazia si scontra con la realtà crudele sul campo, il destino di Gaza pende su un filo sottile, oscillando tra la speranza di una soluzione pacifica e l’incertezza delle conseguenze di un conflitto sempre più grave.
Attacchi Pesanti e Confronto Internazionale
Il voto dell’ONU su Gaza ha determinato un’importante aspettativa nei confronti della comunità internazionale e della propria capacità di gestire una crisi umanitaria senza precedenti. Gli Stati Uniti, in collaborazione con partner e alleati, stanno attivamente cercando di contrastare gli attacchi, sganciando centinaia di bombe e aumentando quindi fame e distruzione. Questa mossa, supportata dall’analisi della Cnn e di Synthetaic, ha generato una serie di crateri di oltre 12 metri di diametro, evidenziati nelle immagini satellitari dei primi giorni di guerra.
Si è infatti definita come una situazione peggiore delle bombe sganciate a Mosul, in Iraq, nella guerra contro l’ISIS. Marc Garlasco, ex analista dell’intelligence della difesa statunitense, ha paragonato l’intensità di questi bombardamenti ai tempi della guerra del Vietnam, sottolineando la gravità della situazione. Il voto dell’ONU su Gaza è una delle risoluzioni diplomatiche che la Palestina può avere per sperare – se non di avere un proprio Stato – di sopravvivere.
La Pesante Fattura delle Munizioni Pesanti
Gli esperti di armi e guerra attribuiscono l’aumento delle vittime al massiccio utilizzo di munizioni pesanti. La densità della popolazione di Gaza, la più alta al mondo, amplifica gli effetti devastanti di bombe da 2.000 libbre. John Chappell di Civic, un gruppo con sede a Washington, ha sottolineato che l’uso di tali munizioni in un’area così densamente popolata avrà conseguenze durature, con le comunità che impiegheranno decenni per riprendersi.
Le fonti locali denunciano il continuo utilizzo – ormai prolungato – da parte dell’Idf delle bombe al Bosforo bianco. La scorsa notte, alcuni militari hanno fatto irruzione nel campo profughi di Jabaliya e hanno bruciato negozi e abitazioni. Secondo i dati, ci sono state almeno 50 vittime nei campi profughi a sud della Striscia.
Il voto dell’ONU su Gaza è stato rinviato: i bilanci
Mentre gli attacchi continuano, la comunità internazionale si impegna in un delicato processo diplomatico. Il voto dell’ONU su Gaza, in capo al Consiglio di Sicurezza dell’organizzazione sovranazionale, è stato rinviato con l’ultima bozza che ha rimosso la richiesta di “fine immediata” dei combattimenti. Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU, ha dichiarato il sostegno degli Stati Uniti alla bozza attuale.
Il bilancio delle vittime a Gaza è cresciuto in modo allarmante, raggiungendo le 20.057 vittime e 53.320 feriti dal 7 ottobre scorso. Le ultime 48 ore hanno visto 390 vittime e 734 feriti nella Striscia di Gaza. Questi numeri evidenziano la drammaticità della situazione e sollevano preoccupazioni sulla crescente crisi umanitaria.
Fame a Gaza: una carenza umanitaria incolmabile
Oltre mezzo milione di persone a Gaza, un quarto della popolazione, è ora a rischio di morire di fame. Rapporti congiunti di agenzie delle Nazioni Unite e ONG indicano che la popolazione di Gaza è in una crisi alimentare senza precedenti. Il rischio di carestia è in costante aumento, attribuito agli aiuti insufficienti che entrano nella regione. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità è inoltre in corso una grave pandemia di malattie dovute alla carenza di cibo, inquinamento ambientale e mancanza di acqua e di igiene.
Appelli e Preoccupazioni Umanitarie
Il vicesegretario dell’ONU per gli affari umanitari, Martin Griffiths, ha avvertito che ogni giorno che passa porta più fame, malattie e disperazione alla popolazione di Gaza. Come dichiarato dalla stessa organizzazione internazionale, le vittime sono salite a circa – ed oltre – 20mila nella sola città palestinese. Mentre il mondo osserva con crescente allarme, la necessità di azioni concrete e soluzioni diplomatiche diventa sempre più impellente per porre fine a questa crisi umanitaria senza precedenti. Il voto dell’ONU su Gaza, così fatto, rappresenta – ripetutamente – la condanna a morte per la popolazione palestinese.