Voliamo sulla nostra carrozzina: viaggiare in aereo non è per tutti

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L’Associazione Luca Coscioni ha lanciato l’appello intitolato Voliamo sulla nostra carrozzina, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità.

Quando vogliamo staccare dalla quotidianità, spesso decidiamo di viaggiare, magari alla scoperta di una meta nuova e mai vista. Ovviamente, sono tanti i mezzi che possiamo scegliere durante il nostro viaggio, ma tra questi l’aereo è uno dei più votati. Sicuramente, è uno dei mezzi più veloci, che ti permette di percorrere una breve distanza in pochissimo tempo, rispetto al treno o a qualsiasi altro veicolo. Purtroppo, non per tutti però risulta essere la scelta migliore e più comoda, in particolar modo quando prendiamo in considerazione chi ha qualche forma di disabilità. Così, l’Associazione Luca Coscioni ha lanciato l’appello intitolato Voliamo sulla nostra carrozzina, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, al fine di permettere ai disabili di poter volare direttamente sulla propria carrozzina.

Questo appello non ha solo l’obiettivo appena descritto, ma richiede anche maggiori garanzie ed eventuali rimborsi per tutti coloro che hanno avuto un danneggiamento durante il trasporto della propria carrozzina.

Voliamo sulla nostra carrozzina: la richiesta di aiuto

Questo appello, che ha bisogno di un aiuto e di sostegno, è rivolto al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini e alla ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli. Una vera e propria richiesta di aiuto, per porre fine alla discriminazione nei confronti di quei disabili gravi, che non possono viaggiare seduti sulla propria carrozzina. Inoltre, si richiede anche un rimborso totale per qualsiasi danneggiamento delle carrozzine trasportate in aereo. Tale richiesta è stata espressa tramite queste parole:

«Chiediamo che su iniziativa del Governo italiano sia attivato un piano nazionale e internazionale, con gli enti dell’aviazione preposti alla sicurezza, d’intesa con le compagnie aeree, per consentire di viaggiare, quando richiesto per motivi di salute, nella cabina passeggeri, seduti sulla propria carrozzina».

In molti hanno già firmato la petizione, tra cui Marco Gentili, co-presidente della Coscioni, il quale convive con la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla). La sua condizione non gli permette di poter viaggiare sugli aerei di linea, perché la conformazione della seduta, essendo differente, gli potrebbe provocare moltissime sofferenze.

Una seduta personalizzata per queste persone è fondamentale, al fine di prevenire diversi problemi di salute derivati dall’immobilità prolungata per tutta la durata del viaggio.

Serve una maggiore sensibilizzazione

Questo appello è rivolto in maniera più estesa al Governo italiano, al fine di promuovere le diverse iniziative, superando così le discriminazioni. È evidente come sia necessaria una sensibilizzazione maggiore verso queste persone. L’obiettivo è quello di poter volare tranquillamente senza impedimenti sugli aerei di linea. La medesima situazione si è presentata negli Stati Uniti, dove alcune compagnie aeree hanno iniziato a sperimentare dei prototipi, i quali permettono di far viaggiare sulla propria carrozzina le persone con delle forme gravi di disabilità.



Può sembrare banale, ma sono veramente tante le difficoltà che un disabile deve affrontare quando viaggia. Dall’accompagnamento e sbarco dall’aeromobile, fino a fare i conti con la propria carrozzina ammaccata o danneggiata.

I primi ad aver firmato, oltre a Marco Gentili che abbiamo già citato, sono stati:

Questi sono solo alcuni dei nomi di chi ha, per ora, aderito e firmato la petizione.

Voliamo sulla nostra carrozzina non mira solo a una questione tecnica

Se verranno raggiunte le 5.000 sottoscrizioni, l’Associazione Luca Coscioni chiederà un incontro direttamente a Matteo Salvini e ad Alessandra Locatelli.

A sottolineare ulteriormente l’importanza di questa petizione è stato Rocco Berardo, membro di giunta dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatore delle iniziative sulla disabilità dell’associazione stessa. Quest’ultimo ha ricordato come questa iniziativa non miri a risolvere una questione esclusivamente tecnica, ma come voglia intervenire a livello culturale. Infatti, ha ribadito che:

«Quello che proponiamo alla discussione pubblica è una questione prima ancora che tecnica, di adeguamento degli aerei, propriamente culturale e di rispetto del principio di progettazione universale».

Inoltre, per chi se lo fosse dimenticato, dal 2008 il regolamento di volo europeo non permette alle compagnie di rifiutare un imbarco per motivi di disabilità o mobilità ridotta. Queste regole, che devono essere applicate rigidamente presso gli aeroporti dell’Unione europea, sono contenute all’interno del Regolamento (CE) n. 1107 del 5 luglio 2006. Nel regolamento sono presenti tutte le indicazioni relative sia all’assistenza a terra che su quella in volo.

Qualsiasi attività deve essere a misura d’uomo, promuovendo il concetto di inclusione a tutti gli effetti. Anche viaggiare dovrebbe rientrare tra le attività inclusive, ma, come abbiamo appena visto, non sempre è così.

 

Patricia Iori

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