Già mentre era in vita Antonio Ligabue (1899-1965) ha attratto a sé registi di cinema e televisione, anche se la sua fama si dovette espandere notevolmente con lo sceneggiato RAI del 1977, per la regia di Salvatore Nocita.
Giorgio Diritti, con il suo Volevo nascondermi, è l’ultimo di una serie di ammiratori del pittore dietro la macchina da presa ed il suo nuovo progetto dedicato a Ligabue arriverà in sala il 27 febbraio 2020.
Il regista ha pensato ad Elio Germano come volto del pittore sul grande schermo, di certo ricordando la prestazione dell’attore sotto la regia di Mario Martone ne Il giovane favoloso dove era un ottimo Leopardi. Le riprese del film si sono concluse proprio un anno esatto fa, nel novembre del 2018
Il film sarà un altro tentativo nella comprensione e nell’analisi della vita e dell’opera del pittore italiano più incantato del Novecento, nel quale i colori naif si intrecciavano alla fantasia sfrenata di una natura ribelle, immagine di un mondo interiore espresso come una giungla.
Cosa quindi assai lontana dalla Bassa dove il pittore abitava tra le risate ed il disprezzo dei conterranei: era detto “El Tudesc” essendo figli di emigrati in Svizzera e lì cresciuto di stenti.
“L’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati” fu per lui “l’occasione per riavvicinarsi alla pittura, è l’inizio di un riscatto in cui sente che l’arte è l’unico tramite per costruire la sua identità, la vera possibilità di farsi riconoscere e amare dal mondo. “El Tudesc,” (…) è un uomo solo, rachitico, brutto, sovente deriso e umiliato, diventa il pittore immaginifico che dipinge il suo mondo fantastico di tigri, gorilla e giaguari, stando sulla sponda del Po. Quella di Ligabue è una “favola” in cui emerge la ricchezza della diversità e le sue opere si rivelano nel tempo un dono per l’intera collettività.” (filmitalia.org)
Antonio Canzoniere