Voglio un mondo di porte scorrevoli

Voglio un mondo di porte scorrevoli

Buster Keaton ritratto dal fotografo George Hurrell

Voglio un mondo di porte scorrevoli

Io sono uno di quelli che spinge dove c’è scritto tirare e che tira dove c’è scritto spingere; tralascio per puro spirito di autoconservazione della dignità che confondo la destra con la sinistra. Secondo i sicuri e recenti studi di qualche università americana in qualche posto americano sono un idiota. Onestamente bastava chiedere a mia madre … e lei, ben felice di esporre il caso clinico, avrebbe fatto risparmiare tempo e danaro a tutti.

Dunque vorrei un mondo di porte scorrevoli, ma solo perché un mondo dove tutte le porte sono aperte è pura utopia.

Vorrei un mondo di porte scorrevoli non solo perché mi faciliterebbero la vita risparmiandomi puntuali figure di merda, ma perché rappresentano un invito ad entrare, più che di una chiusura danno l’idea di un riparo pronto ad accoglierti.

Vorrei un mondo di porte scorrevoli perché quelle girevoli vanno bene per gli alberghi, e poi la metafora della porta girevole (Revolving Door) è usata per indicare il sistema che usano le lobby in politica ed economia per riproporre e riciclare sempre la stessa gente, un modo gentile per far capire che puntualmente il cetriolo che gira e rigira sempre in quel posto all’ortolano va’ (se non è chiaro gli ortolani siamo noi).  Furbi loro che fanno rientrare dalla finestra quelli che sono stati cacciati dalla porta, fessi noi che non ce ne accorgiamo, ma questa è un’altra storia, una storia che ci fa capire che l’idiozia di Renzi è ancora utile a qualcuno, così come l’incompetenza di Montezemolo era ancora funzionale per qualcun altro.

Le porte scorrevoli non sono blindate, né hanno strati di acciaio e piombo che proteggono anche dal fallout nucleare, si disintegra la casa ma quel mostro impenetrabile resta lì, imperioso come il monolite di 2001 Odissea nello Spazio … e resterà lì ad emettere radiazioni mentre noi ci balleremo intorno con le ossa fluorescenti del nonno in mano. No, le porte scorrevoli non sono niente di tutto questo;  loro spesso sono trasparenti, fanno entrare luce, o fanno prismatici ed incantevoli giochi caleidoscopici, ti permettono di buttare un occhio per sapere cosa c’è dall’altra parte, non nascondono segreti inutili, violenze fatte e subite, dolori lasciati in solitudine a loro stessi.

Con le porte scorrevoli possono entrare tutti: gatti, cani e lente tartarughe che portano lumache a cavacecio. Anche gli animali quindi possono entrare: Razzi, Brunetta, Salvini, Grillo, Orfini, Belpietro, Adinolfi … beh – pensandoci bene – forse un cartello Io non posso entrare” per loro ci vorrebbe, anche se a malincuore. Mica tutti gli animali sono anche delle bestie?

Le porte scorrevoli per diffondersi richiederebbero dunque un mondo migliore, non certo quello scaffalato nei grandi centri commerciali, ogni epoca ha la sua alienazione: basta non assumerne dosi letali. Chissà perché ma per il consumo la porta è sempre aperta, non si temono rapine e sparatorie legittime dopo il tramonto, nonostante accadano. Però qualcuno spieghi a Renzi che quello di Romero era solo un film e che, in realtà, Salma Hayek è un tappo… un tappo bello da paura, ma un tappo! Non che i morti viventi non esistano eh? Ma che io sappia, Sallusti Cuperlo e La Russa circolano che è una bellezza anche di giorno… purtroppo!

Chissà quanto dovremo aspettare per avere un mondo di porte scorrevoli, e chissà quanto ancora per un mondo senza porte e muri. Intanto qualcuno aggiusti questa stramaledetta fotocellula che non solo non mi fa entrare ma inizia a convincermi che non esisto … e io ho già i miei problemi.

Fonte foto: Buster Keaton ritratto dal fotografo George Hurrell, pleasurephotoroom

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