Classe 1978, tacchi, lustrini, trucco e parrucco… Il Vizietto ha quasi 40 anni e la pelle liscia di una giovane regina, anzi, di una giovane Drag Queen. La cage aux folles (1973), commedia teatrale da cui è stato tratto il film, venne replicata per ben 5 anni. Michel Serrault e Jean Poiret interpretarono sul palcoscenico la coppia Albin-Renato e per la versione cinematografica Serrault conservò il ruolo. Il suo/la sua Albin/Zazà Napoli gli fece ottenere un grande riconoscimento: il premio César per il miglior attore.
Il Vizietto porta sullo schermo la vita di Albin e Renato Baldi. Il primo si esibisce come Drag Queen e il secondo è il manager e comproprietario del locale La Cage aux folles. La coppia si ama profondamente e gioca con i ruoli: Albin si traveste da donna e Renato da macho con il fondotinta. Albin diventa l’ironica Zazà mentre Renato conta i soldi e cerca di gestire, al meglio, le crisi isteriche di tutte le drag del locale. Tutto procede nel migliore dei modi, con Albin che si sente trascurato (ma è una farsa per attirare l’attenzione del suo uomo) e con Renato che finge di non dargli corda… la coppia gay italo-francese fa scintille, tenendo viva la fiamma della loro passione. Sono una famiglia fuori dagli schemi ma esemplare: si amano e adorano il loro unico figlio, Lauren.
Sì, Renato ha avuto un figlio dalla sua unica esperienza eterosessuale. E quel figlio è cresciuto con loro. Oramai Lauren è un uomo e anche se molto giovane ha preso una decisione importante: vuole sposarsi… e vuole farlo con la figlia di un noto politico della destra conservatrice francese! Come farà la coppia Albin-Renato a farsi accettare dai consuoceri? L’incontro è già stato fissato, manca poco… riusciranno a trasformare il loro coloratissimo appartamento in qualcosa di meno appariscente? Albin riuscirà a calarsi nel ruolo dello zio di Lauren?
Il Vizietto nel 1996 divenne Piume di struzzo, remake americano con Robin Williams e Nathan Lane. Il copione, ovviamente, venne riadattato e modernizzato. Il cameriere di casa Baldi – praticamente un mito – si trasformò da nero ad ispanico. E il politico di destra divenne un repubblicano conservatore. Meglio il film del 1978 o quello del 1996?
Ugo Tognazzi o Robin Williams? Lane o Serrault? Non ha importanza! Perché ogni continente e ogni nazione ha la sua coppia di Albin-Renato. Sono stereotipi, è giusto ricordarlo. Ma per combattere l’omofobia (vissuta anche dai personaggi del film) è giusto integrare anche uno stereotipo di questo genere. Può non rappresentare la maggioranza, è vero. Può non sembrare reale, e va bene. Ma se Albin/Zazà fosse tra noi – con il suo cappello a tesa larga per fare la spesa al mercato – avrebbe il diritto di cantare con orgoglio tutte le sue canzoni. Anche se in playback.
Perché l’orgoglio passa anche dalle “maschere” che non noi mettiamo e che un giorno invece potremmo decidere di indossare per sentirci autentici, nudi e veri.
Luca Foglia Leveque