Tra giovedì 23 aprile e venerdì 24 aprile per tutti i fedeli musulmani del mondo è iniziato il Ramadan, che finirà intorno al 23 maggio. L’emergenza sanitaria ha obbligato le persone di fede islamica a trovare metodi alternativi per vivere il Ramadan durante il coronavirus, rispettando i propri precetti religiosi senza infrangere la quarantena.
Cos’è il Ramadan?
Il Ramadan, nono mese del calendario lunare, è il mese sacro per i fedeli musulmani. Rappresenta uno dei “cinque pilastri dell’Islam”, cioè i precetti fondamentali della religione islamica. Si tratta di un mese di purificazione che per alcuni aspetti potrebbe ricordare la Quaresima del cristianesimo. La regola è di non mangiare e bere dall’alba al tramonto. Ma oltre a essere il più rilevante evento religioso, il Ramadan ha anche una profonda importanza sociale: dopo il tramonto, infatti, le famiglie e gli amici si riuniscono per rompere il digiuno insieme, con grandi pasti da condividere. Il Ramadan è anche il mese di carità, in cui si aiutano i più poveri e indifesi.
#Ramadan2020 | Auguri per un #Ramadan di serenità e di pace a tutti i musulmani in Italia e nel mondo 🤲📿#RamadanMubarak #RamadanKareem pic.twitter.com/MWiwxjPqYk
— Farnesina 🇮🇹 (@ItalyMFA) April 23, 2020
Vivere la fede durante l’emergenza
Quest’anno, però, l’emergenza sanitaria ha obbligato i vari governi a prendere importanti decisioni che hanno impattato fortemente la vita spirituale dei cittadini, con conseguente effetto sul modo di vivere il Ramadan durante il coronavirus.
In Indonesia, ad esempio, sono stati vietati i viaggi tra le zone rosse, impedendo a milioni di cittadini di tornare al proprio villaggio per tutto il mese. Le moschee di La Mecca e Medina, luoghi sacri per l’Islam che ogni anno ospitano milioni di fedeli durante il Ramadan, sono chiuse al pubblico. L’Egitto ha imposto il coprifuoco dalle 19 alle 5 del mattino per evitare assembramenti dopo il tramonto. In Iraq, l’Ayatollah Ali Sistani, massima figura religiosa del paese, ha specificato che l’obbligo del digiuno nel mese di Ramadan è un obbligo individuale, adattabile, perciò, alle circostanze di lockdown.
La tecnologia e il Ramadan 2.0
Le restrizioni imposte in quasi tutti i paesi del mondo hanno richiesto delle soluzioni differenti per vivere il Ramadan durante il coronavirus. Alcuni imam hanno trasferito le preghiere su piattaforme digitali come Zoom e le famiglie si sono ritrovate a condividere l’iftar (il pasto che interrompe il digiuno) insieme attraverso le videochiamate.
Altre persone sono state estremamente originali. È il caso di Rami Ismail, uno sviluppatore di videogiochi olandese, che ha condiviso per la prima volta il suo iftar online attraverso il gioco Animal Crossing: New Horizons. Attraverso Twitter, ha invitato i suoi follower a unirsi a lui sul gioco per condividere un pasto e pregare insieme. Il successo è stato immediato e, il primo giorno di Ramadan, persone da tutto il mondo (Indonesia, Brasile, Sud Africa, India, Regno Unito e molti altri paesi) si sono unite virtualmente portando doni virtuali per condividere un momento di gioia.
Thank you so so so much to everyone that came out to my first @animalcrossing Iftar today. Made my first day of Ramadan really lovely <3 pic.twitter.com/6nCxeguf3c
— Rami Ismail (@tha_rami) April 24, 2020
Rami Ismail non è il solo giocatore a condividere virtualmente il Ramadan. Infatti, altre persone si sono unite in gruppo per le celebrazioni serali, fatte di cibo e preghiere. Questi espedienti hanno dimostrato come il lockdown non ha abbattuto lo spirito di condivisione dei fedeli musulmani.
Noemi Rebecca Capelli