Vittorino da Feltre e la sua scuola: una pedagogia fatta di valori e ideali

Vittorino da Feltre

L’umanista e educatore Vittorino de’ Rambaldoni, detto “da Feltre” (1378 – 1446), ha dato vita nel 1423 a una scuola che è certamente stata concreta espressione degli ideali pedagogici dell’Umanesimo.

Stiamo parlando della Giocosa  (o Ca’ Gioiosa, dove Ca’  sta per “casa”), un collegio fondato nella villa che Gian Francesco I Gonzaga, signore di Mantova, gli aveva messo a disposizione. Si trattava della prima scuola che realizzava una fusione degli ideali umanistici con lo spirito cristiano.



Fama, ideali, didattica, educazione

La fama della Giocosa si diffuse molto velocemente e le richieste d’ammissione divennero presto così tante che fu necessario assumere altri insegnanti e costruire un secondo edificio per accogliere tutti gli iscritti. Il collegio era aperto a ricchi, nobili ma anche a gente di umili origini: Vittorino preferiva alunni poveri a superbi figli di signori, in quanto la sua scuola mirava all’uguaglianza, alla fraternità, al rispetto della personalità e all’ordine. Si riservava molta attenzione alle differenze individuali e perciò nell’insegnamento si teneva sempre conto degli interessi degli studenti. Era importante, però, anche la memoria, che si doveva esercitare sin da piccoli.

Vittorino da Feltre è stato uno dei primi a proporre un tentativo di sviluppo armonico di mente e corpo.

Al lavoro mentale erano affiancati esercizi fisici, in quanto era importante curare mente, corpo e spirito. Alla Giocosa si studiavano i classici greci e latini, si faceva ginnastica, ci si dedicava alla lotta, alla danza, al canto e alla musica. Anche l’educazione morale e religiosa era molto importante. Il programma scolastico prevedeva ancora lo studio delle discipline del trivio  e quadrivio, ma anche della letteratura latina e greca e della filosofia. Era essenziale, nondimeno, ritemprare la mente: per questo motivo si organizzavano, ad esempio, escursioni presso il lago di Garda o verso le Alpi.




Accanto agli svaghi non mancava, però, una rigida disciplina, ottenuta soprattutto con la religiosità. Vittorino si preoccupava di offrire agli allievi un’ottima preparazione scolastica (era lui stesso a scegliere i maestri della sua scuola), ma gli premeva soprattutto di formare anime integre e rette e perciò affiancava alle pratiche scolastiche una intensa pratica religiosa fondata principalmente sulla preghiera e sulla Messa.

Vittorino da Feltre aveva abolito le punizioni corporali; i suoi castighi consistevano nella perdita del sorriso del maestro e della sua benevolenza. I valori del rispetto, della collaborazione e della solidarietà caratterizzarono la sua scuola e il suo modello didattico e educativo.

Annapaola Ursini

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