I carabinieri del Comando Provinciale di Viterbo hanno eseguito nella mattinata di oggi, un’ordinanza di custodia cautelare che dispone l’arresto di 13 persone indagate per reati di stampo mafioso.
Un’operazione senza precedenti quella avvenuta questa mattina nella città di Viterbo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma. I tredici arrestati sono indagati, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, secondo l’articolo 416 bis del codice penale. Per due di questi la Procura ha già disposto gli arresti domiciliari. Si tratta dell’ennesimo scacco alla mafia dopo gli arresti del 22 gennaio.
La ‘ndragheta controlla Viterbo
Le indagini, iniziate nel dicembre 2017, hanno consentito agli inquirenti di portare alla luce un sodalizio criminale dai forti legami con la ‘ndrangheta. A capo dell’organizzazione vengono indicati il calabrese Peppino Trovato e l’albanese Ismail Rebeshi. Il clan era dedito ad imporre il proprio controllo sulle attività economiche viterbesi. Tra queste locali notturni, ditte di trasloco e compro oro. Non mancavano poi attività delittuose come il recupero crediti e lo spaccio di droga.
Il sodalizio si è imposto sul territorio della Tuscia attraverso il ricorso sistematico alla violenza e a metodi mafiosi: teste di agnello mozzate, lumini funebri e decine di auto bruciate. Sono oltre cinquanta gli atti intimidatori emersi dalle indagini della Procura di Viterbo.
L’associazione mafiosa e il rancore verso le forze dell’ordine
Le indagini, sotto la coordinazioni dell’aggiunto Michele Prestipino e dei pm Giovanni Musarò e Fabrizio Tucci, hanno evidenziato il profondo rancore nutrito dal gruppo criminale nei confronti delle forze dell’ordine. Stando a quanto emerso, sembrerebbe che una delle attività principali del clan mafioso fosse il controllo della vita dei membri delle forze dell’ordine per mezzo di pedinamenti. Due delle auto bruciate dal gruppo mafioso operante a Viterbo appartenevano proprio a due carabinieri. Uno dei quali aveva partecipato all’arresto per droga di Rabeshi. I militari sono poi riusciti a sventare il tentativo di dare alle fiamme l’auto di un agente di polizia, “reo” di aver avviato una serie di controlli amministrativi sul mercato di preziosi usati gestito da Trovato.
Emanuela Ceccarelli