Era il 1960 quando in una palestra vicino San Pietro nasceva la Virtus Roma. I primi passi sono incerti ma decisi, la forza
e la passione la portano in alto fino ad essere campione d’Italia nel 1983 e casmpione d’Europa nel 1984. Sulle ali del fomento si aggiudicano nel 1986 e nel 1992 la coppa Korac. La Virtus entra di diritto tra le grandi della pallacanestro italiana.
Poi la luce si spegne. I problemi societari si ripercuotono sulla squadra fino alla discesa in A2. Non è tutto perduto e nel 2000 Toti rivela la società e riporta la gioia nei tifosi con una supercoppa nel 2001. Grandi acquisti, tanti progetti riportano la squadra capitolina a disputare la finale per lo scudetto nel 2009, finale purtroppo persa. Passano cinque anni di alti e bassi. É il 2013 la squadra non è una delle migliori, si dice, ma di cuore e passione ne hanno da vendere. In panchina c’è Calvani, in campo il capitano è Luigi Datome. La squadra soffre ma vince, i tifosi si esaltano e fanno volare la squadra fino alla finale.
In quei giorni il Palazzetto era sempre stracolmo, si faceva fatica a respirare per quanta gente era presente, una sola voce all’unisono che urlava la sua gioia. Con le lacrime agli occhi, dopo aver lottato come poteva la Virtus si inchina alla regina Siena. Nonostante la sconfitta i tifosi hanno abbracciato la squadra e hanno festeggiato insieme quella che rimane comunque una grande impresa. Da lì in poi la luce inizia a spegnersi di nuovo. L’Eurolega, che i giocatori si erano sudati sul campo, è troppo costosa e si va in Eurocup. Ma questo non è nulla. Alla fine della stagione Toti comunica che senza uno sponsor non si può andare avanti perché i soldi non bastano, decide così si retrocedere in A2. Voglio sottolineare che questa retrocessione non è dovuta a demeriti sportivi. La squadra viene allestita in fretta e furia e i giocatori non sono all’altezza, in panchina i coach si susseguono e l’umore cala ad ogni sconfitta. Alla fine della stagione di questo anno la Virtus Roma si ritrova a combattere con le unghie e con i denti per evitare la retrocessione in serie B. Ora si trova 2-0 nella serie della finale play-out contro Paffoni Omegna e stasera potrebbero chiudere la serie e rimanere in A2. Anche se dovesse vincere non si parlerebbe di vittoria.
Ora abbiamo toccato il fondo bisogna risalire; lo sponsor è arrivato e i tifosi non sono mai andati via, ci sono le basi per tornare grandi. Ad inizio anno la campagna abbonamenti recitava riparTIAMO, l’amore c’è stato ma è mancato il ripartire. Adesso sono le persone che hanno amore che lo chiedono a gran voce riparTIAMO, soffriamo e giochiamo insieme con il cuore e l’orgoglio che ci caratterizza. E come dice l’inno