Il Virtual Theather, ovvero il teatro virtuale è frutto di un lungo processo di rimediazione ed incrocio con le tecnologie digitali che ha radici ben definite e che non si può certo definire un’invenzione degli ultimissimi anni.
In “Remediaction, dieci anni di video teatro italiano” di Malvezzi Jennifer viene affrontato un escursurs che ripercorre ben dieci anni di storia fatta di ibridazione tra vecchi e nuovi media, di esperimenti che mettono in sullo schermo importanti spettacoli teatrali .
Il teatro è luogo ibrido e si fonde completamente con esperimenti cinematografici e creazioni continue di videoclip.
Nel corso del mio percorso di studi legato alla multimedialità teatrale ho avuto modo di approfondire importanti esperimenti che riguardano artisti come Mario Martone, Studio Azzurro, Motus (ne cito alcuni solo per fare un esempio), e, tra le scoperte recenti, sono venuta a sconoscenza di un progetto che debutterà mercoledì 26 ottobre a Pisa grazie alla collaborazione tra l’Accademia Teatrale di Firenze e il Laboratorio di Robotica Percettiva (Percro) dell’Istituto Tecip (Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione) della Scuola Superiore Sant’Anna, dopo un test che ha coinvolto il XXX canto dell’Inferno dantesco.
«Si tratta di un progetto dall’eco globale, innovativo e impensabile fino a poco tempo fa – commentano Pietro Bartolini e Massimo Bergamasco – alla scoperta di nuove tecnologie interattive che apriranno scenari rivoluzionari nel campo del teatro e delle arti performative. Al pari del cinema, della letteratura e del teatro, la realtà virtuale è considerata una delle tante forme narrative possibili. Lo sviluppo di una pedagogia teatrale mirata allo studio interpretativo, fondato su realtà virtuale tridimensionale, ha già suscitato un forte interesse da parte di istituzioni europee. Questo innovativo strumento permette infatti all’attore di vivere esperienze reali in mondi ricreati su scenografie virtuali dove si può interagire in libertà con gli elementi presenti.»
La scena diventa 3D e il compito degli attori è quello di muoversi in spazi vuoti, facendosi circondare da immagini computerizzate.
Il teatro si apre, sempre di più, a nuove frontiere pur non perdendo del tutto il ruolo emozionale che svolge nella rappresentazione stessa.