Virginia Raggi chiude i campi Rom. Gli stessi campi che tutti odiano pieni di zincheri che rubbeno e puzzeno. Quanta felicità nel cuore dei romani alla prima occhiata un po’ superficiale della cosa. E poi la delusione e l’ira riprendono il sopravvento. Purtroppo non verranno utilizzate le ruspe ma bensì verrà attuato un piano ben studiato e allestito un ufficio apposito. Dalla conferenza stampa non si capisce a pieno il piano che seguirà il campidoglio per il superamento dei campi Rom. Quello che si capisce è che in due anni ne verranno chiusi due: La Barbuta e la Monachina. Questi due campi Rom faranno da apri pista al futuro. Le parole della sindaca sono per lo più quelle racchiuse nella Risoluzione del Parlamento Europeo del 2011 e inserito nella Strategia Nazionale 2012-2020.Anche i fondi verranno stanziati dall’Europa e saranno di 3,8 milioni di euro. Intanto sono stati censiti tutti i rom che abitano nei campi e sono 4500. Una cosa che non si fa da tempo tiene a precisare la sindaca. Però secondo alcune associazioni i conti non tornano e il numero reale sarebbe di 7500.
Laura Baldassarre elenca i punti salienti del “patto di responsabilità”. Questo termine non è nuovo la prima volta che venne usato “patto di responsabilità” era il 1995 e lo pronunciò Rutelli. All’epoca vennero creati i Villaggi di Solidarietà per rendere legali i campi Rom che ancora non lo erano. “Roma Capitale condurrà una regia pubblica nei campi svolgendo una funzione di coordinamento fra le azioni della Asl e della Guardia di Finanza. Ci rivolgeremo direttamente alle famiglie, senza intermediazione. Dobbiamo imparare dagli errori passati”. Queste sono le parole dell’assessora, per superare le discriminazioni nei confronti dei Rom ha dichiarato che “verrà abolito il trasporto scolastico nei campi, salvo quelli non serviti dai mezzi pubblici. I genitori rom accompagneranno i figli a scuola come tutti, consentendogli di frequentare tutto l’orario scolastico per questo monitoreremo anche il rendimento, non solo la frequenza”. Anche per gli adulti ci sarà un piano di formazione del lavoro per far diminuire il tasso di criminalità e far crescere la produttività.
Per quanto riguarda le case i Rom verranno trattati come tutti i cittadini. Purtroppo per voi che avete tanto festeggiato la chiusura dei campi Rom senza aver ben capito questo è un colpo al cuore. Anche i zincheri sono cittadini e molte volte anche di nazionalità italiana. I Rom verranno inseriti nelle liste per ottenere una casa popolare e avranno diritto al sostegno all’affitto per due anni. Questo come tutti i cittadini romani. “Stiamo mettendo a punto un piano per l’emergenza abitativa che riguarda tutti i cittadini, non solo i rom. Queste persone saranno introdotte in questo programma”, queste le parole in merito alla questione dell’assessora Baldassarre. Naturalmente entreranno in queste liste solo chi ne ha diritto. Non ci sono state risposte invece per quanto riguarda i campi informali, quei campi che non sono stati autorizzati ma che comunque dispongono dei servizi come acqua, gas, ed elettricità primo tra tutti quello sito a Tor Sapienza.
Le tempistiche per terminare il tutto non ci sono. La sindaca ha dichiarato “Negli anni scorsi sono stati sperperati fra i 24 e i 30 milioni di euro l’anno noi utilizzeremo solo fondi europei. Abbiamo già revocato tutti i bandi vecchi,è finita la mangiatoia. Abbiamo anche fermato l’erogazione dei servizi e messo in piedi uno speciale patto di responsabilità con le famiglie”, ma di date non se ne parla. Intanto non è stato possibile fermare il progetto del Camping River e quindi mentre gli altri campi chiudono questo apre. Il piano non è bene precisato ma è comunque un buon inizio. Dispiace solo per quelle persone che volevano tutti a casa loro, peccato che questa è casa loro.
CD