Le forze turche in Siria, l’esercito locale e la polizia militare sono colpevoli di una seria di abusi e violazioni dei diritti umani. Così dichiara, nel suo ultimo rapporto intitolato “Tutto avviene grazie al potere delle armi: abusi e impunità nella Siria settentrionale occupata dai turchi”, il gruppo Human Rights Watch (HRW). Queste violenze includono rapimenti, arresti arbitrari, torture, abusi sessuali, saccheggi, estorsioni e violazioni del diritto di proprietà. La Turchia per il momento non ha rilasciato alcun comunicato.
Gli abusi e l’occupazione delle forze turche in Siria
Il gruppo per i diritti umani Human Rights Watch (HRW) ha affermato che la Turchia è responsabile di abusi, violenze e plausibilmente anche di crimini di guerra contro le popolazioni della Siria settentrionale. Nelle 74 pagine dell’ultimo rapporto dell’organizzazione intitolato “Tutto avviene grazie al potere delle armi: abusi e impunità nella Siria settentrionale occupata dai turchi“, viene evidenziato come gli abusi siano commessi dall’esercito locale, dalla polizia militare e dalle forze turche in Siria, con quest’ultime a capo di tutto. Le forze armate e l’intelligence della Turchia infatti controllano l’esercito nazionale siriano fornendogli armi, stipendi e supporto logistico.
Dal 2016, anno in cui sono iniziate le operazioni militari delle forze turche in Siria, il nord del paese è stato occupato progressivamente arrivando al controllo della regione prevalentemente araba sopra Aleppo, un tempo a maggioranza curda. Qui il governo di Ankara ha dichiarato di voler istituire delle “zone sicure“, in quanto sostiene che le forze armate curde presenti nel nord-est della Siria facciano parte del gruppo terroristico del PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan), contro il quale la Turchia combatte da tempo. In realtà la popolazione civile che abita nelle presunte “zone sicure” non gode di benessere né di sicurezza: secondo quanto riporta HRW sono largamente diffusi episodi di illegalità, abusi e violazioni dei diritti umani.
Le fazioni dell’esercito locale insieme alla polizia militare, coordinate sempre dalle forze turche in Siria, si sono rese protagoniste di numerosi arresti e detenzioni arbitrarie, torture, processi farsa e maltrattamenti di vario genere contro decine di persone. Inoltre si riportano sparizioni di persone, violenze sessuali contro donne curde e bambini strappati dalle mani delle madri. Secondo HWR ed altre organizzazioni umanitarie tra cui una commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite, i curdi sono il gruppo etnico maggiormente colpito dai crimini delle forze turche in Siria. Insieme a loro sono stati presi di mira anche gli arabi e i generale chiunque fosse sospettato di avere legami con le forze democratiche siriane.
Le responsabilità di Ankara
Il governo turco non han ancora rilasciato un comunicato riguardo alle accuse mosse dal gruppo HWR. Il vicedirettore dell’organizzazione per il Medio Oriente, Adam Coogle, non ha dubbi sul fatto che le forze turche in Siria non siano semplicemente spettatrici degli abusi, ma “ne abbiano la responsabilità in quanto potenza occupante, e in alcuni casi è (la Turchia) direttamente coinvolta in evidenti crimini di guerra”. “Gli abusi contro coloro che vivono sotto l’autorità turca nel nord della Siria continueranno a meno che la Turchia stessa non agisca per fermarli”, aggiunge Coogle.
Human Rights Watch ha tentato più volte di coinvolgere la Turchia in un dialogo su questi argomenti scrivendo direttamente al ministro degli Esteri Hakan Fidan, ma la lettera non ha mai visto una risposta, stessa sorte è toccata ad un’altra lettera, inviata al Ministero della Difesa. La Turchia è obbligata a garantire che le sue forze rispettino rigorosamente i diritti umani internazionali e il diritto umanitario internazionale, compresa la legge che regola i suoi doveri come potenza occupante e governo di fatto in queste aree della Siria settentrionale.
Come detto in precedenza il governo del presidente Erdoğan non ha fornito alcuna risposta agli interrogativi mossi da HWR, ma è improbabile che il silenzio stampa possa durare ancora a lungo. Le violenze che accadono in Siria sono riportate da più organizzazioni e sono note anche all’ONU e a tutta la comunità internazionale che aspetta, se non delle risposte, almeno un commento sulle violazioni perpetrate dalle sue truppe.