Il Rapporto “Il Punto-Il pregiudizio e la violenza contro le donne” elaborato dal Servizio Analisi Criminale, contiene un capitolo sul tema della violenza sulle donne disabili. Realizzato a cura dell’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD). Sono tanti i motivi di importanza e di apprezzamento per questo rapporto.
Il Rapporto
L’11 dicembre è stato presentato a Roma il rapporto “Il Punto-Il pregiudizio e la violenza contro le donne” elaborato dal Servizio Analisi criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, del Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Il rapporto contiene dati sui crimini commessi ai danni delle donne e un approfondimento sui “reati spia”, ovvero i delitti considerati indicatori di violenza di genere (i maltrattamenti in famiglia, gli atti persecutori/stalking e la violenza sessuale declinata in tutte le sue forme). Un capitolo è dedicato alla violenza sulle donne disabili.
Il capitolo che prenderemo in considerazione si intitola “La violenza nei confronti delle donne con disabilità” realizzato a cura dell’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori (OSCAD). I dati ci mostrano complessivamente 324 reati commessi nei confronti delle donne con disabilità. In particolare sono 238, di cui 12 nei confronti di minorenni i casi di maltrattamenti contro familiari o conviventi, cioè il 73% dei “reati spia”, avvenuti generalmente nel nucleo familiare ma anche all’interno di strutture destinate alla cura e alla protezione di persone con disabilità.
Sono stati riscontrati 54 episodi, di cui 8 nei minori, di violenza sessuale, pari al 17% dei “reati spia”. Infine, sono 32 gli episodi, di cui 4 nei confronti di minori, relativi agli atti persecutori o allo stalking, pari al 10% dei “reati spia”. È importante tenere presente, però, che questi sono solo i casi di violenza sulle donne disabili che hanno raggiunto le Forze dell’Ordine, senza contare la gran maggioranza di quelli che non vengono denunciati e neppure raccontati.
Oltre a fornire i dati sui reati, l’OSCAD ha pubblicato delle descrizioni di violenze sulle donne disabili evidenziando alcuni tratti tipici. Queste descrizioni vengono utilizzate per definire uno schema con gli indicatori sia fisici che comportamentali per costituire un indizio della presenza di una dinamica abusante o di violenza. Tra gli indicatori fisici rientrano: lesioni, dolori o lividi inspiegabili; frequenti ricoveri in ospedale; eccessiva sedazione nell’ambito delle cure domestiche; scarsa igiene. Tra quelli comportamentali: comportamenti estremi; insolita paura di una particolare persona; rifiuto di ambienti specifici; cambiamenti significativi nel comportamento e negli atteggiamenti sessuali.
L’ultima parte del capitolo contiene un messaggio di speranza di due testimonial con disabilità: Monica Boggioni, campionessa del mondo di nuoto paraolimpico e Edoardo Giordan, campione mondiale di scherma paraolimpica.
L’importanza sul tema della violenza sulle donne disabili
Questo capitolo rappresenta un passo importante nell’ambito della violenza sulle donne disabili, in quanto, i dati dei rapporti precedenti venivano estrapolati dalla Banca dati SDI (sistema di indagine) attraverso chiavi di ricerca multiple. Per cui non esisteva un campo di ricerca specifico dedicato alla rilevazione della disabilità.
Dal 1° ottobre 2022 il Servizio per i Sistemi Informativi Interforze ha introdotto nello SDI un campo specifico denominato “disabile/invalido/portatore di handicap”. Si è quindi aggiunto il dettaglio della “disabilità” nella categoria “vittima di reato”. Il rapporto contiene dei dati molto più precisi e specifici sui reati di violenza sulle donne disabili. Questo è fondamentale perché permette di predisporre politiche e programmi di prevenzione, contrasto e accoglienza mirati per le vittime di violenza sulle donne disabili.
Oltre all’introduzione di un campo specifico, il capitolo del rapporto del Servizio Analisi Criminale è importante per l’uso di un linguaggio appropriato, l’indicazione di diversi strumenti per riconoscere le forme peculiari di violenza basate sulla disabilità e un’organizzazione delle informazioni tale da semplificare la comprensione del fenomeno. Per tutte queste ragioni può rappresentare una valida linea guida per le altre Istituzioni, per gli istituti di ricerca statistica e per i diversi soggetti della Rete Antiviolenza.