Il vino nazista di un supermercato di Jesolo: Hitler e Mussolini sulle etichette

Fonte: ventidinews.it

vino nazista
Fonte: repubblica.it

Se vi trovate a Lido di Jesolo e andate in un supermercato alla ricerca di una bottiglia di vino, potreste fare una singolare scoperta. Tra bottiglie di Pinot Grigio, Refosco o Cabernet per così dire “ordinarie“, un alimentari del posto, il Top Market,  vende anche delle bottiglie molto particolari. A 10,50 euro a bottiglia potete infatti comprare un particolarissimo e assurdo vino nazista, con le facce fiere di Hitler e Mussolini sull’etichetta.

Potrete scegliere un classico primo piano di Hitler, raffigurato a mezzo busto con l’elmetto o il basco. Non manca neppure l’immagine del Duce, a figura intera, mentre esegue il saluto romano. Sulle etichette poi campeggiano diversi slogan, come “Sieg heil“, “Mein Kampf“, “Führer, “Il camerata”, “Credere, obbedire, combattere”. Insomma, tutto è studiato nei minimi particolari per rendere il vino nazista quanto più rievocativo possibile.

Se invece siete astemi, potete optare per una tazza con il simbolo della Croce di Ferro a 5,90 euro. Che decidiate di brindare con gli amici camerati o di iniziare la giornata con un po’ di latte e dittatura, il supermercato di Stefano Nopetti a Lido di Jesolo vi accontenterà.




Il titolare: “È solo business

Su Repubblica.it, il titolare Stefano Nopetti dichiara che per lui il vino nazista è mero business.

Non capisco chi si indigna. Io sono contro i falsi moralismi. Voto M5S, non sono né fascista né nazista. Ma se la gente le compra – e di queste bottiglie ne comprano tante – io continuo a venderle.

La presenza di queste etichette non è un problema per i consumatori, che anzi sono molto interessati al prodotto, a detta di Nopetti:

Ormai è merce che vendono tutti. Sia qui in Veneto che in Romagna. Fate un giro a Rimini e Riccione. Io le bottiglie le vendo da trent’anni, nessuno mi ha mai vietato di farlo. Cosa è cambiato? Che adesso ne vendo molte di più: 1500 a stagione.

Comprano turisti di ogni provenienza: italiani, inglesi, francesi, austriaci. Se le aziende che imbottigliano vendono 150mila bottiglie l’anno vuol dire che c’è un bel mercato. Gli unici che si lamentano sono i tedeschi, eppure Hitler l’hanno messo su loro. 

Alla domanda se per lui, nel commercio, non esista un’etica, risponde:

Io lo so che il nazismo è stato il male, lo dico anche a mia figlia. Ma per me questo è un business.

Per ora la vendita del vino nazista non è stata vietata

Conclude il titolare del supermercato di Jesolo:

Apologia di fascismo? Che me lo dica un giudice. Per ora fa testo l’ordinanza di un gip di Bolzano, che l’ha esclusa. Quando mi vieteranno di vendere queste bottiglie, mi adeguerò.

Intanto il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali, ha rivolto un’interrogazione al Governo. A suo parere

Non ci troviamo di fronte ad un episodio derubricabile a semplice pessimo gusto o commercio senza freni e senza neanche un’etica, piuttosto siamo di fronte ad un episodio di apologia del fascismo e del nazismo che non può essere giustificata e tollerata in nessun modo in Italia.

Fratoianni vuole sapere se nei programmi del Governo c’è la promozione, attraverso specifici atti normativi, del divieto della propaganda dei regimi totalitari fatta tramite i simboli del fascismo e del nazismo.

Si tratta di apologia del fascismo?

Attualmente, l’apologia del fascismo è punita in Italia con la Legge Scelba del 1952 che proibisce la ricostituzione del Partito Nazionale Fascista, Partito Fascista Repubblicano e del Partito Nazionalsocialista tedesco. In particolare è punito chiunque promuova od organizzi, sotto qualsiasi forma, la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche.

Più aderente al caso in questione sarebbe invece la Legge Fiano, che tanto aveva fatto discutere lo scorso anno, approvata alla Camera e dimenticata ora in Senato. Il progetto di legge ha come obiettivo l’introduzione di un nuovo articolo nel codice penale, il 293-bis, che punisca con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque propagandi le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie. Il comportamento è punibile anche se commesso solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiami pubblicamente la simbologia o la gestualità.

Stando così le cose, attualmente in Italia la rivendita del vino nazista non è punibile penalmente. E il signor Nopetti può continuare a guadagnare con il suo fortunato business. Una scelta questa sicuramente deprecabile, ma a mio avviso non la più criticabile. Che qualcuno venda dei gadget fascisti o nazisti è eticamente sbagliato, ma ciò che fa davvero venire i brividi è sapere che più di qualcuno li compra.

Per fortuna nel mondo c’è ancora chi invece si sforza per prendere le distanze dagli orrori della storia, come Cibo, lo street artist che ripulisce i muri di verona dai simboli nazisti e di odio.

Rossella Micaletto

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