Nella remota (ma neanche troppo remota) possibilità che Trump vinca le elezioni, l’isola canadese di Cape Breton si erge a rifugio dei cittadini americani in fuga dal nuovo presidente.
Quante volte abbiamo detto a noi stessi: se va male scappo in Canada? Ecco, in America, ci si prospetta realmente di fuggire in Canada qualora dovesse vincere le elezioni Donald Trump.
E la prospettiva non potrebbe essere più rosea considerando che ad ospitare i dissidenti politici sarebbe una remota isola canadese con 140 mila abitanti. In Nova Scotia, sull’isola di Cape Breton ci si prepara ad accogliere chi di Trump non vuole a tal punto sentir parlare, che preferisce trasferirsi in un’altra nazione.
L’annuncio è serio e propone un luogo di libertà, dove è concesso l’aborto, i musulmani possono circolare liberamente, il rispetto dell’altro è un connotato fondamentale e cardine di libertà.
Tutto questo è ciò che la campagna elettorale di Trump minaccia di abolire e ciò che spaventa metà dell’elettorato americano.
L’iniziativa è stata lanciata da Rob Calabrese che sul sito ufficiale dell’iniziativa spiega: “Noi accogliamo chiunque, a prescindere dall’ideologia. Abbiamo una bella isola, gente amichevole, un cultura ricca e un futuro radioso.”
Stessa cosa accade in Irlanda: per ripopolare l’isola di Inishturk, il popolo irlandese apre le porte a chi da Trump proprio non dovesse sentirsi rappresentato. Molti americani hanno preso l’iniziativa seriamente e sono pronti a trasferirsi in caso di vittoriose elezioni di “The Donald”.
Un documentario girato da Mel Films mostra l’iniziativa Irlandese in tutta la sua peculiarità: 53 abitanti pronti ad accoglierne altri in fuga, tra pecore, onde e verde Irlanda.”Make Inishturk Great Again“, questo il nome dell’iniziativa.
Se posso permettermi di fare una previsione, prevedo centinaia di barche dirette su isole poco popolate pronte ad accogliere nuovi, numerosi abitanti.