Villaggio Difesa a Roma: una celebrazione tra propaganda e spettacolo militarista

Villaggio Difesa roma 4 novembre

Roma è stata teatro di una manifestazione inaugurale, con liturgie militari, innalzo della bandiera e la presenza delle Frecce Tricolori che hanno segnato l’apertura del “Villaggio Difesa” al Circo Massimo, un’area di 60.000 metri quadri dedicata alla celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Il villaggio, voluto dal Ministro Guido Crosetto, rappresenta un investimento considerevole di oltre 600mila euro, con l’obiettivo dichiarato di commemorare la fine della Prima Guerra Mondiale. La scelta di questo tipo di celebrazione, che risale a una proposta avanzata nel 2018 dall’allora opposizione, intende promuovere il 4 novembre come festività nazionale, dando enfasi all’unità e alla difesa della nazione, in contrapposizione a giornate come il 25 aprile e il 2 giugno considerate troppo “divisive”.

Parole di difesa e retorica militarista

Durante la cerimonia ufficiale, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Luciano Portolano, ha dichiarato che “la sicurezza è come l’aria, ci si accorge che manca solo quando non c’è”, enfatizzando l’importanza degli investimenti nelle forze armate, che per il prossimo anno raggiungeranno i 30 miliardi di euro, un incremento senza precedenti. Portolano ha difeso la spesa per la difesa come “fonte di progresso economico”, sostenendo che non rappresenta un ostacolo per altri settori ma, anzi, un’opportunità di sviluppo. Crosetto ha sottolineato l’intento del villaggio: costruire una “cultura della difesa”, definendo le forze armate come pilastro della libertà e della democrazia.

Un parco giochi per bambini o uno strumento di propaganda?

Uno degli obiettivi dichiarati del villaggio è l’avvicinamento dei giovani alle forze armate, con percorsi “educativi” offerti alle scolaresche. Dal 28 al 31 ottobre, gli studenti delle scuole di Roma hanno avuto accesso a conferenze e attività interattive, organizzate nel Villaggio Difesa dalle forze armate su temi di educazione civica. Tuttavia, l’atmosfera dell’evento ha attirato critiche: al Circo Massimo, la celebrazione assume spesso l’aspetto di un “luna park” militarista, con stand interattivi e attrazioni che attraggono soprattutto le famiglie con bambini.

Al centro del villaggio, simboli militari come la “stella azzurra” e una serie di mezzi corazzati, elicotteri e simulatori che evocano un’estetica da videogioco di guerra. Il “gioco” è in primo piano, con simulazioni di sparo e addestramenti offerti ai giovani, alimentando una narrazione che glorifica le abilità di combattimento.

In uno stand dedicato, una compagnia privata offre simulazioni di tiro simili ai videogiochi, mentre istruttori paracadutisti illustrano tecniche di combattimento che – a loro dire – non hanno nulla a che fare con le arti marziali, poiché “hanno scopi differenti”. In uno scenario quasi surreale, i bambini possono persino partecipare a una simulazione di bonifica delle mine antiuomo, utilizzando radar per rilevare ordigni sepolti, molti dei quali richiamano conflitti passati e attuali in diverse parti del mondo.

Le aziende belliche e la celebrazione della tecnologia militare al Villaggio Difesa

Il villaggio ospita anche le grandi aziende italiane della difesa, come Leonardo e MBDA, che espongono tecnologie avanzate e nuovi armamenti che saranno a disposizione dell’esercito italiano. Alla fiera è presente un sistema antidrone di Leonardo, già installato in venti carceri italiane, e tecnologie missilistiche all’avanguardia di MBDA, consorzio leader in Europa. La manifestazione è ulteriormente colorata da spazi di ristoro brandizzati in stile patriottico, denominati “sosta tricolore”, e chiude ogni sera con una cerimonia solenne di ammainabandiera, che rinforza l’atmosfera di patriottismo.

L’affluenza è stata elevata, con famiglie, giovani e visitatori occasionali che hanno riempito gli spazi dedicati alle esposizioni militari. La risposta del pubblico sembra segnare un successo per Crosetto, che ha dichiarato l’intenzione di usare eventi come questo per consolidare una cultura della difesa che non si limiti alla commemorazione, ma abbracci anche la formazione delle nuove generazioni.

Riflessione critica sull’iniziativa Villaggio Difesa

Eventi come il Villaggio Difesa aprono inevitabilmente il dibattito su quanto sia appropriato incentivare la presenza dei bambini in contesti fortemente militarizzati, in cui mezzi, simulazioni e strumenti bellici vengono presentati con l’aspetto accattivante di un parco giochi. Iniziative di questo tipo rischiano di banalizzare la realtà della guerra e di diffondere una cultura militarista attraverso attività che, pur coinvolgendo valori di unità e sicurezza, sembrano non considerare il peso e le conseguenze umane dei conflitti.

Indottrinamento e normalizzazione della guerra sono tematiche che emergono da simili manifestazioni, in cui l’estetica del gioco e l’interattività attraggono i più piccoli, avvicinandoli alla dimensione militare attraverso esperienze ed esposizioni apparentemente innocue. Alla luce delle ingenti risorse economiche e dell’impegno pubblico richiesto, è necessario domandarsi se sia giusto promuovere la militarizzazione della società civile in nome della sicurezza nazionale, soprattutto in un contesto che celebra la difesa come unica strada verso la pace.

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