Se pensiamo ai call center, spesso ci vengono in mente fastidiose telefonate all’ora di pranzo dove si pubblicizzano i servizi più disparati. Anche le persone dall’altro capo del telefono però, non se la passano così bene. A Roma, i dipendenti del call center Euro Contact non potevano innamorarsi tra loro.
Un Bizzarro codice di comportamento aziendale
Due dirigenti del call center Euro contact sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di aver portato avanti atti persecutori nei confronti dei dipendenti.
Il caso scoppia a Roma dopo la denuncia di un ex dipendente che parla facendosi chiamare Caterina (nome fittizio). La testimonianza della donna è stata resa nota dal Corriere della Sera: Caterina sarebbe stata licenziata per aver intrapreso una relazione con un team leader, cui successivamente è toccata la stessa sorte.
Il codice comportamentale imposto nel call center non si limitava a proibire l’amore tra colleghi infatti, secondo quanto riportato da Corriere della Sera era vietato anche aiutare i compagni di lavoro in difficoltà ed organizzare una serata tra colleghi senza includere i capi.
I dirigenti, per mezzo dei loro avvocati, negano le accuse ma le testimonianze raccolte durante le indagini sono molte. Infatti, anche altri ex dipendenti testimoniano l’esistenza del cosiddetto “metodo Fenice“, nome dato al vademecum aziendale ora sotto accusa. Secondo le testimonianze dei lavoratori questo metodo che prevedeva dure sanzioni per i trasgressori quali il licenziamento, l’emarginazione e l’umiliazione pubblica, aveva uno scopo preciso. Quello di creare divisioni in ufficio, impedendo eventuali ribellioni.
Amore o lavoro: questo è il dilemma
Non è certo la prima volta che il binomio amore-lavoro viene chiamato in causa. Recentemente, alcune aziende statunitensi hanno approvato restrizioni comportamentali che limitano le effusioni tra colleghi. Qui però, la scarsa tolleranza nei confronti di baci, abbracci ed altri segni di affetto è principalmente una conseguenza degli scandali sessuali che hanno travolto il mondo dello spettacolo e non solo. Lo scopo è quello di tutelarsi dall’accusa di molestie sessuali.
Al di là dei fatti di cronaca, è facile imbattersi in presunti esperti che, appoggiandosi a dati più o meno attendibili, sconsigliano le relazioni tra colleghi.
In ogni caso, un conto è dare consigli o scoraggiare le effusioni pubbliche, un altro è trasformare l’ambiente di lavoro in una sorta di regime totalitario.
Forse è il caso di rispolverare un vecchio detto che dice “Al cuor non si comanda“.
Gessica Liberti