Vienna contro Roma: scontro tra sovranisti in salsa europea

Vienna contro Roma

Il ministro delle finanze austriaco Loeger chiede a Bruxelles una linea più dura nei confronti del bel paese.

A scatenare le critiche del ministro austriaco sono state le rinnovate voci che chiedono, in Italia, lo sforamento del tetto del 3%.  Lo stesso Moscovici ribadisce e ricorda che il debito italiano non può più espandersi. Lo scontro è inevitabile, scoppia immediatamente il battibecco, Vienna contro Roma.

La critica austriaca non è l’unica. Mentre il presidente portoghese dell’Eurogruppo Mario Centeno chiede al governo giallo-verde il rispetto degli impegni presi l’anno scorso, altre voci autoritarie si uniscono alla critica di Loeger. Sono tutti ministri delle finanze di paesi europei tra cui spiccano Olaf Scholz (tedesco) e Bruno Le Maire (francese). Altre lamentele, poi, giungono violente dai paesi scandinavi al suono di “non vogliamo pagare il debito italiano“.

Le critiche si collocano ovviamente nello scenario da campagna elettorale in cui ci troviamo già da qualche settimana. Queste elezioni sembra infatti che saranno caratterizzate da una rinnovata intransigenza nei confronti dell’Italia che, un po’ come sempre, fa parte dei “bambini indisciplinati” della classe europea, insieme a Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca. Un gruppo che, diciamolo, non ci fa troppo onore.

La risposta di Tria

A far scoppiare il Vienna contro Roma, dopo le parole di Loeger, è il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che garantisce il rispetto degli impegni di riduzione del debito aprendo, dopo tanti giorni d’indecisione, all’aumento delle imposte indirette, Iva in primis, al fine di limitare i danni. Il tutto avviene mentre Ignazio Visco, governatore della Banca D’Italia, evidenzia la correlazione tra il folle aumento dello spread e il primo anno di governo giallo-verde. Esprimendo in seguito la speranza, non troppo convinta, che la situazione possa normalizzarsi in tempi brevi.

Curioso quanto divertente il botta e risposta tra Tria e Loeger. “Io penso che le persone prima di parlare debbano pensare.” Dice Tria al ministro austriaco che risponde “girando” il consiglio Italiano allo stesso Matteo Salvini, ritenuto colpevole di causare aumenti incontrollati dello spread ogni volta che apre bocca. Va anche detto che, analizzando gli aumenti dello spread in quest’ultimo anno, è piuttosto difficile non accorgersi che i picchi maggiori si manifestano proprio in concomitanza con le più grosse “sparate” del nostro ministro degli Interni. Il mercato ascolta prima di comprare. E’ un dato di fatto.

Le parole di Moscovici

Il commissario UE non ha tardato ad entrare nel dibattito. Ha prima di tutto ricordato gli impegni presi dall’Italia affrontando, subito dopo,  il problema della questione fiscale, facendo l’occhiolino all’aumento dell’Iva:

Dobbiamo distinguere tra due problemi: uno è la pressione fiscale, che bisogna cercar di ridurre. Problema diverso è la composizione della pressione fiscale. La mia posizione scientifica è che dovrebbero aver più peso le imposte indirette rispetto a quelle dirette.

Moscovici ha anche cercato di spezzare una lancia in favore dell’Italia ricordando come, in prossimità delle elezioni, lo spread sia spesso instabile e soggetto a sbalzi incontrollati. Affermando anche, però, che il rinnovato aumento dello spread è un fenomeno iniziato con l’insediamento del governo giallo-verde. Assurdo e immaturo, quindi, è il modo con cui suddetto governo rifiuta qualsiasi responsabilità a riguardo.

Sarà l’aria da campagna elettorale o sarà un grande complotto mondiale ai danni del bel paese, non so. Una cosa però è certa. Quando anche i sovranisti austriaci cominciano a lamentarsi dei sovranisti italiani, forse, dovremmo comprendere che la decennale pazienza europea nei nostri confronti sta per giungere al termine. Questo Vienna contro Roma, forse, è solo un’avvisaglia del fatto che in europa cominciano a non sopportarci più.

 

Andrea Pezzotta

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