Lo studio pubblicato giorni or sono su PLOS ONE farà felici milioni di accaniti videogiocatori, una vera rivincita dei nerd dei giochi online, forse farà meno felici i genitori, perché afferma che c’è una relazione tra performance nei videogiochi e intelligenza, cioè sono le persone che mostrano una intelligenza più alta nei test tradizionali ad eccellere, in particolare in popolari giochi multigiocatore (multiplayer) online.
Forse proprio per questa preoccupazione i ricercatori tengono a precisare che il loro studio non stabilisce se giocare renda più intelligenti o se semplicemente le persone più intelligenti siano più brave a giocare, non hanno proprio indagato in quella direzione, quindi, ragazzi, non potete ancora dire ai vostri genitori “mamma e papà non rompete, sto lavorando per diventare più intelligente”.
Certo a rigor di logica se questi giochi richiedono al cervello lo stesso tipo di impegno e abilità dei giochi strategici più tradizionali si può supporre che sia un esercizio che dovrebbe giovare, ma non c’è nessuna indagine scientifica che lo attesti (o almeno non è questa).
Lo studio su videogiochi e intelligenza
Ma veniamo allo studio in questione che è stato svolto presso i Digital Creativity Labs (DC Labs) che sono un laboratorio interdisciplinare e un think thank che si occupa di innovazione nei giochi e nei media, basato presso l’università di York.
I ricercatori si sono focalizzati su una classe di videogiochi chiamati Multiplayer Online Battle Arenas (MOBAs) si tratta di giochi d’azione strategici che coinvolgono squadre di cinque membri ma anche su First Person Shooter multigiocatore.
In realtà gli studi sono due, ricercatori dei dipartimenti di psicologia e di scienze del computer nel primo studio hanno preso in esame esperti giocatori di un popolarissimo MOBA chiamato League of Legends ed hanno appurato una correlazione tra le migliori performance nel gioco e migliori risultati in tradizionali test di intelligenza svolti con carta e matita.
Nel secondo studio sono stati analizzati dati da due MOBA (League of Legends and Defence of the Ancients 2) e due First Person Shooter (Destiny and Battlefield 3) il risultato è stato che mentre per i primi le performance seguono con l’avanzare degli anni la stessa curva che si osserva nelle abilità misurate dai test di intelligenza, per i secondi il discorso è completamente diverso, con un netto calo di prestazione appena non si è più teenager (cioè all’incirca dai 20 anni in su).
I MOBA richiedono soprattutto memoria e la capacità di prendere decisioni strategiche valutando più fattori, abilità simili a quelle richieste da giochi come gli scacchi.
Che utilità può avere la scoperta di questa correlazione tra abilità nei videogiochi e intelligenza? Ad esempio si potrebbero usare giochi online sviluppati ad hoc per misurare le abilità cognitive di larghe fette della popolazione e vedere come si evolvono, anche in relazione alla salute generale.
Roberto Todini