Quando le donne non avevano ancora il diritto di voto, Victoria Woodhull ricevette la nomination alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
Nata in una contea dell’Ohio, il 23 settembre del 1838, mosse i primi passi nella tribù dei Claflin: stramba ed ingombrante famiglia con la quale Victoria condivideva l’arte della chiaroveggenza. All’età di 15 anni sposò il dottor Canning Woodhull e nonostante il matrimonio durò ben poco, la donna decise di tenere il cognome dell’ex marito.
Quando si trasferì a New York con il suo secondo compagno, James Blood, portò con sé la sorella Tennessee insieme a parte della famiglia. Il loro spirito eccentrico contribuì a renderle popolari e ben presto furono contattate dall’imprenditore Cornelius Vanderbilt.
Egli decise di supportare le due donne in un’impresa del tutto impossibile per il “sesso debole”: diventare agenti di Borsa.
Così Victoria Woodhull divenne la strega di Wall Street e nel 1870 dichiarò al New York Herald:
Sono l’unica portavoce dell’unica classe non rappresentata in questo paese: le donne. Si chiede l’uguaglianza tra uomo e la donna- e continua- Io esigo, per tutte le donne, il diritto non solo di denunciare le ingiustizie di cui non cessano di essere le vittime, ma anche d’impegnarsi nella vita pubblica, e annuncio solennemente la mia candidatura alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
Parole forti, queste, che portarono la Woodhull ad avere ancora più notorietà. Le sorelle Claflin fondarono successivamente un settimanale a sostegno della propria candidatura e non si limitarono a questo.
Iniziarono la loro caccia agli scandali, alle truffe finanziarie e diedero spazio ai temi “proibiti“, come, ad esempio, l’educazione sessuale.
Ovviamente Victoria Woodhull sapeva di non avere alcuna possibilità di diventare presidente degli Usa, era troppo giovane e cosa più rilevante non aveva alcun diritto di voto. La sua fu una scelta puramente provocatoria: voleva denunciare apertamente le ingiustizie subite dalle donne.
Molto presto decise di appoggiare il movimento femminista e riuscì ad ottenere la loro fiducia non appena propose una petizione dinanzi al comitato del Congresso:
Le donne sono uguali agli uomini davanti alla legge.
La strega di Wall street sfidò i membri dichiarando apertamente che l’impossibilità delle donne di esprimere il proprio voto, in sede elettorale, era un chiaro segno di violazione al XIV emendamento della Costituzione; esso, infatti, garantiva il diritto di voto ad ogni persona nata negli Stati Uniti.
La presentazione del memoriale ebbe un grande successo e Vicky fu chiamata a partecipare alla battaglia della National Woman Suffrage Association. Nonostante i suoi sforzi, però, alcune femministe iniziarono a remargli contro additandola come una “donna spregiudicata” e troppo libertina.
Il colpo di grazia lo ricevette nel momento stesso in cui decise di rendere pubblico lo scandalo che vedeva coinvolto il pastore Ward Beecher in una relazione con una sua parrocchiana, sposata con un certo Theodore Tilton.
Il giorno successivo Vicky e sua sorella furono arrestate e l’election day vide come protagonista il generale Grant, che proseguì con il suo secondo mandato.
Dopo la scarcerazione Victoria continuò ad essere perseguitata e decise di lasciare per sempre gli Stati Uniti, in cerca di una nuova vita in Inghilterra. Così la donna che sfidò la Casa Bianca, si ritrovò ad abbandonare per sempre i suoi ideali, quelli per cui ha lottato senza paura.
Silvia Morreale