Sappiamo quanto sia difficile far arrivare certi capolavori dei festival nelle grandi sale di distribuzione. Davvero lodevole in questo senso è stata la scelta del piccolo ed illuminato Cinema Beltrade di Milano di proiettare bellissime opere estere in lingua originale con sottotitoli. Un’esperienza di certo splendida per gli amanti delle lingue e del cinema. Ma tra i tanti film delle loro proiezioni è parso doveroso parlare di Victoria.
Girato con grande velocità la mattina del 27 aprile 2014 dalle 4:30 alle 7:00 nei quartieri berlinesi di Kreuzberg e Mitte, il film di Sebastian Schipper (1968) s’incentra su Victoria (Laia Costa), timida ragazza spagnola che vive da poco nella capitale tedesca. Fuori da una discoteca lei fa conoscenza con ragazzi del quartiere che la invitano in una scorribanda sui tetti in piena notte.
Corteggiata dal capobanda Sonne (Frederik Lau) e appena in confidenza con il gruppo, la nostra protagonista entra nel mondo criminale di Berlino, aiutando i ragazzi in una pericolosa rapina da cui non potrebbe esserci ritorno. Nel finale intensissimo non solo lei è l’unica ad uscirne viva ma si lascia alle spalle quell’esperienza trasformata come donna. Il suo viaggio, turbolento ed eccitante, le ha fatto conoscere il dolore ed un coraggio da leonessa veramente inaspettato.
Sì, il film è girato davvero in un unico piano sequenza, ma al primo tentativo era noioso, al secondo gli attori sembravano impazzire all’improvviso, mentre al terzo il film ha preso di botto la sua struttura, ha cominciato a scorrere, come in un’improvvisazione jazz…è stato proprio come perdere totalmente il controllo. – Sebastian Schipper, il regista
Il film è un capolavoro non solo come thriller claustrofobico o come ritratto di donna: è splendido fin dalla concezione tecnica grazie ad uno stile forte come un diamante, che sa seguire con una fotografia magistrale i corpi dei personaggi. L’utilizzo della luce naturale è sublime per il realismo dato alle scene, cui contribuisce un cast perfetto ed armonioso.
Le musiche di Nils Frahm gettano il film nell’interiorità della protagonista e nello spirito delle situazioni mantenendo l’atmosfera di un iperrealismo teso come una corda di violino, che toglie veramente il respiro. La variazione di toni del film e l’espressione della violenza sono così perfette da essere inquietanti. Le interpretazioni degli attori protagonisti sono indimenticabili.
Il film, lodato da Darren Arnofsky, è stato premiato alla Berlinale 2015 per la fotografia di Sturla Brandth Grøvlen e dal Berliner Morgenpost con il Premio del Pubblico. Ancor più successo vi fu durante la cerimonia dei German Film Awards in cui Victoria vinse i premi come miglior film, regia, attore e attrice protagonista, fotografia e migliori musiche.
Il film, quasi invisibile in Italia, sarà proiettato un’ultima volta al Cinema Beltrade sabato 20 maggio alle ore 22:50. Una chicca assolutamente imperdibile.
Antonio Canzoniere