In memoria delle vittime della schiavitù e della tratta transatlantica, percorsa da milioni di schiavi dall’Africa verso l’America, ricordiamo l’episodio del viaggio più drammatico e crudele.
Passato alla storia come il massacro della Zong, scopriamo cosa accadde in quel lontano 1781 che aprì la strada verso l’abolizione della schiavitù.
È il 18 agosto e la nave Zong, di proprietà di una società di mercanti inglesi, sta per salpare dal porto di Accra, odierno Ghana. Il commercio in cui sono specializzati è però quello di esseri umani: si tratta dunque di una nave negriera diretta verso la Giamaica. A bordo ben 442 schiavi che valgono ognuno 36 sterline e sono pronti ad essere venduti per poter lavorare nelle piantagioni di zucchero.
Il viaggio sarebbe durato 3 mesi, guidato dalle mani inesperte del capitano Luke Collingwood, che in realtà è un medico con scarse conoscenze sulla navigazione. Anche il resto dell’equipaggio è male assortito e inesperto, così la nave sbaglia rotta, supera la Giamaica, credendo si trattasse di un’altra isola, e prosegue ritrovandosi in mare aperto.
Iniziano le complicazioni
Innanzitutto i viveri non erano sufficienti per affrontare un altro mese di viaggio e anche l’acqua potabile non sarebbe bastata per tutti i viaggiatori. In secondo luogo il carico era più del doppio rispetto a quello che la nave poteva trasportare e alcuni schiavi si stavano ammalando a causa delle scarse condizioni igieniche e la malnutrizione. Infine un tifone era in arrivo e bisognava prendere una decisione rapida.
Seguendo la mentalità dell’epoca, interessata soltanto al guadagno a dispetto della vita umana, si fece la scelta più disumana. Bisogna sapere che, se gli schiavi fossero morti una volta raggiunta la terraferma, la compagnia mercantile avrebbe perso tutti i guadagni. Invece, nel caso di imprevisti avvenuti sulla nave, si potevano sacrificare le merci per salvare il resto del carico. Anche se in questo caso le merci erano esseri umani non faceva differenza: l’assicurazione li avrebbe risarciti delle perdite.
Il 29 novembre si scelsero 54 donne e bambini, perché più deboli e soggetti alle malattie, e vennero gettati in mare. Non sufficienti per alleggerire il carico, nei giorni successivi furono lasciati in balia delle onde 42 uomini e poi altri 36. Infine 10 schiavi si gettarono da soli non avendo più speranze, arrivando a un totale di 142 morti.
Il massacro della Zong nell’arte
Ciò che accadde su quella nave, e che probabilmente era accaduto anche altre volte passando sotto silenzio, colpì fortemente l’opinione pubblica negli anni successivi. Ad esserne sconvolto fu anche un artista inglese: William Turner. Egli lo raffigurò in un dipinto 50 anni dopo i fatti accaduti, allo scopo di farli conoscere anche grazie alla forza delle immagini.
Nella parte alta vediamo il cielo illuminato da una luce oro e arancione. Sono le bellissime sfumature del sole che tramonta. Nella parte bassa l’atmosfera cambia: siamo immersi tra le onde di un mare in tempesta, grigio, nero e rosso. Tra cielo e mare una nave in lontananza, anch’essa travolta dalle onde che lasciano visibili sono gli alberi. Osservando il mare però vediamo spuntare piedi e mani che cercano aiuto, ma sono stretti dalle catene che col loro peso li stanno trascinano verso il fondo. A rendere più cruda la scena, pesci e gabbiani che mordono i corpi e che creano quelle chiazze rosse sulla superficie.
Questo dipinto dal titolo “La Nave degli schiavi” è considerato uno dei pochissimi dell’arte occidentale che testimonia e accusa il fenomeno della schiavitù e nel 1840 fu presentato al convegno di Londra contro la schiavitù.
Il processo e il movimento anti-schiavista
La Zong arrivò in Giamaica nel dicembre 1781 con 208 schiavi, gli assicuratori capirono la truffa e si rifiutarono di pagare. Iniziò il processo in tribunale in cui gli assicuratori accusavano l’equipaggio, non per omicidio di massa, ma per non aver rispettato i termini del contratto. Nella prima fase del processo si diede ragione al capitano, ma gli assicuratori fecero appello, stavolta con il sostegno degli attivisti del movimento anti-schiavista. Gli attivisti desideravano processare l’equipaggio per l’omicidio di persone innocenti e, anche se gli assicuratori erano interessati solo a non perdere denaro, utilizzarono di buon grado le motivazioni di chi difendeva la popolazione africana.
Per questa ragione il massacro della Zong viene considerato l’episodio che diede una spinta al movimento anti-schiavista, perché permise di dimostrare a tutti le atrocità perpetuate a scopi economici.
Nel 1807 la Gran Bretagna vieterà la tratta degli schiavi, ma dovremmo aspettare il 1863 per l’abolizione della schiavitù anche negli Stati Uniti. Tutt’oggi però non smettiamo di vedere donne, uomini e bambini che muoiono in mare durante il loro viaggio.