Via Stefano Cucchi. Una strada in nome della giustizia
Via Stefano Cucchi. Passeggiando nel centro del paese di Cinquefrondi, comune calabrese in provincia di Reggio Calabria, è possibile vedere la nuova targa che dà il titolo ad una strada in ricordo del ragazzo di origine romana. Ragazzo la cui vita è stata spezzata il 22 ottobre 2009 da un sistema di ingiustizia e omertà e la cui storia è oramai ben nota, passata al setaccio in ogni suo dettaglio dalle notizie di cronaca.
La decisione di intitolare una via a Stefano Cucchi rientra un progetto sviluppato dal sindaco del paese, Michele Conia, già nel corso del suo primo mandato. Ed ora che la sua amministrazione è stata confermata, è arrivata l’autorizzazione da parte della prefettura.
“L’iniziativa fa parte di un ampio piano per la toponomastica del paese in cui, con la partecipazione della cittadinanza, abbiamo deciso di intitolare strade a vittime della ‘Ndrangheta e della mafia, del femminicidio, della violazione dei diritti civili ma anche a grandi donne come Margherita Hack o a simboli importanti come la nostra Costituzione. Un percorso – dice Conia – da lasciare a futura memoria come messaggio per i giovani”
Queste le parole del sindaco, appena rieletto con il 75% delle preferenze, in merito al progetto. Tra le intenzioni future, una volta conclusa l’emergenza Covid, anche quella di organizzare incontri con le scuole per inaugurare formalmente ogni strada, tra cui anche Via Stefano Cucchi, raccontando le storie che si celano dietro ciascuna targa.
Via di giustizia e di polemiche
Una decisione come questa è terreno fertile per il proliferare di polemiche. Per molti moralizzatori, avventarsi sulla questione è un’occasione imperdibile. Chi non ritiene il nome di Cucchi abbastanza degno, chi avrebbe preferito che al suo posto ci fosse il nome di una vittima di mafia, chi vede quella targa come un attacco alle forze dell’ordine.
Contro queste illazioni, basta ricordare il nome del sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia. Per il suo impegno contro la mafia, non è nuovo a minacce di morte, in passato una bomba ha persino fatto esplodere la sua macchina. Tra le vie del paese di cui regge le redini, è pieno di strade sono intitolate ai martiri di mafia e di ‘Ndrangheta. Quella di Stefano Cucchi è una via intitolata al trionfo della giustizia, dopo anni di battaglie per ricostruire le incongruenze e le contraddizioni messe a tacere da uomini dello Stato.
Via Stefano Cucchi porta un solo nome ma ne rappresenta molti
Rappresenta una lista infinita di nomi. Federico Aldrovandi, Serena Mollicone, Riccardo Rasman, Marcello Lonzi, Aldo Bianzino, Niki Aprile Gatti, Giuseppe Uva, Stefano Brunetti. E potrebbero continuare. Nomi di donne e di uomini finiti nelle mani delle forze dell’ordine e morti in circostanze poco limpide. Come se gli errori commessi fossero un’attenuante alla violenza con cui la loro vita è finita. “Morti naturali” dietro alle quali si nascondono i più omertosi omicidi di Stato.
Via Stefano Cucchi è una strada che regge la memoria del faticoso percorso portato avanti per la vittoria della giustizia su un sistema di prevaricazione, di silenzio e di abusi. Un sistema vile che macchia di sangue le divise di coloro che dovrebbero rappresentare quella stessa giustizia, onorandola e non occultandola.
Carola Varano