In un momento drammatico, con ancora i volontari che scavano nelle macerie, sul web si scatena l’odio nei confronti dei meridionali. Insulti che non risparmiano neanche i bambini estratti vivi.
Siamo ancora tutti scossi dagli eventi di Barcellona e dall’onda di odio che sul web si è scatenata nei giorni seguenti. Neanche il tempo di riprendersi ed ecco che anche un’altra tragedia riesce a trovarci pronti ad altro astio. Stavolta non è la follia umana a causare vittime, è una catastrofe naturale. Ma il risultato ottenuto è molto simile.
Il terremoto di Ischia, isola di Napoli, ha risvegliato quel razzismo che si era assopito negli ultimi tempi e si era spostato su un altro nemico comune, lo straniero.
Ma non era del tutto debellato, si celava. Ogni tanto rispuntava negli stadi. Ma sembravano davvero cambiate le cose, il meridionale non era più al centro dell’odio di alcuni abitanti settentrionali. Addirittura i nuovi vertici della “Lega Nord” si dicevano pronti ad abolire il punto cardinale dal loro nome. Ai loro comizi infatti erano spariti i cori, di cui lo stesso Salvini fu autore anni fa, contro i meridionali e solo un “nemico” impegnava il loro odio, “l’invasore” immigrato.
Invece, in questi ultimi giorni, un rigurgito di leghismo 1.0 si è palesato a noi. Ha iniziato Maroni che nel weekend, in quel di Pontida, ha rispolverato, in occasione dello spot sul Referendum per l’autonomia della regione Lombardia, la maglietta con la scritta “prima il nord”. Poi la notizia del terremoto di ieri ha fatto il resto…
Bene terremoto a Ischia, aspettiamo con ansia il risveglio del Vesuvio”
Questo è solo uno dei commenti incriminati.
Ecco che un’occasione ghiotta come il terremoto a Ischia torna utile per rispolverare i vecchi slogan che l’attuale svolta politica aveva momentaneamente fatto accantonare.
Speriamo nel Vesuvio, ma il terremoto va bene lo stesso”
Molte di queste persone, sono le stesse che si sono scandalizzate nei giorni scorsi per il termine “patria” utilizzato da Don Massimo Biancalani e rivolto a persone di carnagione scura.
Ho sempre sostenuto che il termine patria fosse soggettivo e variasse a seconda della mentalità. Via, paese, città, nazione, continente, globo. Maggiore è l’apertura mentale più ampio è il concetto di patria. Lo scempio di questi commenti conferma la tesi e conferma il drammatico dato che le menti chiuse nel nostro paese sono ancora molte.
C’è anche chi si dispiace davanti alle notizie positive che giungono da Ischia. L’aver estratto sani e salvi dalle macerie dei bambini, per alcuni diventa un rammarico. Un odio, immotivato, che non si ferma neanche davanti alla sofferenza di un bambino.
Anche i razzisti 2.0 riescono a trovare spazio in questo momento di dolore e cordoglio. Spopolano le frasi e le battutine classiche sugli immigrati negli hotel e i terremotati all’aperto. Le accuse al governo impegnato nella “Ius Soli” anzichè occuparsi delle varie emergenze terremoto, come se una cosa escludesse l’altra. Ogni occasione è buona per trovare un nemico e combatterlo, ma soprattutto ogni occasione è buona per discriminare.
In conclusione, non poteva mancare chi si improvvisa vulcanologo e ci mette di fronte a una realtà spaventosa e apocalittica. La diaspora dei napoletani unita all’immigrazione africana. Un incubo di dimensioni enormi per Franco e i suoi compagni.
Si è accusato il popolo delle bandiere arcobaleno e dei gessetti colorati. Ci hanno detto che non è così che i problemi vanno risolti, forse è vero. Ma di una cosa i sostenitori delle bandiere arcobaleno possono essere orgogliosi, non essere come loro.
Christian Gusmeroli