Dal 22 al 24 agosto si è svolto il quindicesimo vertice BRICS in Sudafrica, ospitato dal suo presidente Cyril Ramaphosa a Johannesburg. Gli incontri diplomatici hanno previsto tanti ospiti e più di 40 capi di Stato. Lunga è infatti la lista dei paesi che vogliono aderire al vertice e che sono presenti nella città sudafricana. Il summit è molto importante per il futuro del mondo poiché può essere l’incipit di un cambiamento del potere geopolitico in grado di opporsi all’egemonia occidentale.
Chi sono e chi saranno i BRICS
I paesi che hanno creato e che oggi fanno parte dei BRICS sono il Brasile, la Russia, l’India, la Cina, il Sudafrica. Il vertice è nato nel 2009 con il lancio dei cinque Stati come potenze emergenti. Il primo incontro, quando il vertice era denominato BRIC, si svolse a Ekaterinburg, in Russia e non comprendeva ancora il Sudafrica. I grandi temi che i BRICS hanno scelto di affrontare dal 2009 riguardano la diplomazia internazionale, gli affari economici e le principali tematiche sociali. Nel quindicesimo vertice BRICS in Sudafrica si parla anche del cambiamento climatico, dello sviluppo sostenibile e del mercato economico globalizzato dopo la crisi pandemica. In quest’ultimo vertice, si è anche affrontata la questione di un potenziale allargamento del blocco.
Formalmente i paesi che parteciperanno al vertice BRICS in Sudafrica sono 40 ma i paesi invitati sono 69. Un quarto dell’economia globale e oltre il 40% della popolazione mondiale sono i dati raggiunti dal summit dopo quattordici anni dalla sua creazione. Tra i paesi che aderiranno nel 2024, ci sono l’Argentina, l’Iran, l’Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto ed Etiopia. Anche l’Indonesia e la Nigeria, che sono rispettivamente il paese più popoloso del mondo e la più grande economia africana, hanno chiesto l’adesione.
Il 15esimo incontro dei BRICS ha un’estrema importanza non solo perché è il primo dopo la pandemia da Covid-19, ma anche perché è l’occasione per iniziare a costruire un percorso globale che aiuti i paesi a raggiungere un’ influenza economica e diplomatica. La cooperazione dei BRICS può creare una nuova alternativa all’egemonia statunitense, ma sopratutto è finalizzata alla ricostruzione di un sud globale saldo e inattaccabile.
L’obiettivo economico potrebbe spaventare l’Occidente
In termini economici, l’importanza del vertice BRICS è data dal fatto che tutti i paesi che hanno aderito e vorrebbero aderire, se sommati, detengono più del 31,5% del PIL mondiale, superando di fatto i paesi del G7, che contano il 30,8%. I BRICS negli ultimi anni hanno registrato delle crescite economiche esponenziali. Oltre al PIL di ciascun paese, sono cresciuti gli scambi commerciali, il potere d’acquisto, e in alcuni casi – come per Brasile e Cina – le esportazioni sono triplicate in un anno.
All’ordine del giorno, ci sarebbe il progetto, avanzato dal presidente brasiliano Luiz Inazio Lula da Silva, di creare una nuova moneta unica, ancorata all’oro e alternativa al dollaro statunitense. Il messaggio che i BRICS vogliono mandare è quello di un’indipendenza monetaria dal sistema americano. L’idea della moneta propria dei BRICS è ancora ben lontana dall’essere attuata. Proprio per questo però, bisogna analizzare la situazione in un’ottica di lungo termine. Il mondo sta spostando il suo baricentro dall’ Atlantico al sud globale.
Un altro obiettivo economico proposto da Lula è l’allargamento della Nuova Banca di Sviluppo. Nata nel 2015 con sede a Shangai, potrebbe essere una salda alternativa al sistema del Fondo Monetario Internazionale. La direttrice dell’organo bancario, l’ex presidente brasiliana Dilma Rousseff, prevede di creare un sistema di prestiti compreso tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari. Come dichiarato al Financial Times, gli investimenti sarebbero per le grandi riforme dei paesi meno sviluppati e per un più potente multilateralismo commerciale. A favore di questi progetti, si è espressa anche l’Algeria che ha proposto un contributo di 1,5 miliardi di dollari per lo sviluppo della Nuova Banca.
Russia e Cina al vertice BRICS in Sudafrica: tra rapporti e difficoltà
Nel gruppo BRICS ciò che ha destato una maggiore attenzione, è la posizione che Cina e Russia occupano. Xi Jinping e Ramaphosa hanno stretto dei forti rapporti in materia economica. La Cina infatti, già presente sul territorio sudafricano con numerose aziende, ha investito circa 1,8 miliardi di dollari nel solo primo semestre del 2023. Molti altri, ancora indefiniti o non dichiarati, sarebbero i progetti futuri di investimento.
Nel corso del 2023, la Cina si è dimostrata diplomaticamente necessaria per la pace e la stabilizzazione di un ordine mondiale durante il conflitto russo-ucraino. Sarà importante analizzare le proposte che la potenza asiatica avanzerà in questi giorni, sopratutto a fronte delle crisi interne del lavoro e del mercato immobiliare.
Un’altra figura fondamentale nello scacchiere geopolitico mondiale è la Russia di Putin. Prima dell’inizio del summit, si sono verificate alcune tensioni riguardo la possibile presenza del presidente russo a Johannesburg. Già dallo scorso marzo, la Corte Penale Internazionale ha ordinato un mandato d’arresto nei confronti di Putin per i crimini di guerra nel conflitto russo-ucraino del 2022. Nonostante ciò, la delegazione russa sarà comunque parte del vertice con la presenza di Lavrov, il ministro degli esteri. Putin potrà assistere, su ordine della CPI, in videoconferenza.
La questione è stata fonte di grande preoccupazione per Ramaphosa, che si è sentito a disagio riguardo la posizione che il Sudafrica ha nei confronti della Russia. I due paesi infatti sono profondi alleati ma lo Stato africano è membro della CPI. Il compromesso della presenza telematica è stata una giusta soluzione per salvaguardare i rapporti e gli equilibri diplomatici tra Russia e Sudafrica.
L’altra faccia della medaglia
Si può modificare e modellare la governance globale con l’introduzione di nuovi leader e sfere d’influenza? È possibile, ma il percorso è lungo e le prospettive sono tante e diverse. Il Brasile vuole coltivare i rapporti sia con l’oriente che con l’occidente ed esprime preoccupazione sulle future dinamiche del blocco.
Anche l’India si trova in una condizione difficile a causa delle tensioni interne ai confini con la Cina, nella regione contesa di Ladakh. Ma oltre ai rapporti esteri, le problematiche sono anche interne. In molti Stati ci sono un’ estrema povertà e differenze sociali. Il rischio del Sudafrica di diventare uno Stato fallito è una condizione comune e diffusa tra molti dei paesi presenti al vertice. Anche in quei paesi dove le apartheid sono state sconfitte e i muri abbattuti, c’è sempre il rischio di un colpo di Stato, di default economico o di rivolte sociali.
Dal punto di vista occidentale, i BRICS sono soltanto delle passive pedine della Cina e delle sue mire espansionistiche contro gli Stati Uniti. Rendere attendibile ed efficace l’alternativa BRICS è quindi la priorità, che rende questo summit il più importante dal 2009.
Il futuro dei BRICS
Il summit del Sud Globale ha un’importante occasione di creare una realtà geopolitica alternativa alle logiche di un Occidente sempre più in crisi. Negli ultimi anni, sono stati sollevati molti dubbi circa l’influenza che l’America esercita sui paesi meno sviluppati. È il caso di dire che l’occidente sta perdendo la sua egemonia e il vertice BRICS in Sudafrica ne è la prova. I 69 paesi vedono in questo summit la possibilità di rinascere e di eliminare finalmente tutte le differenze economiche e sociali tra il nord e il sud del mondo.
La grande priorità del vertice è quella di crescere sempre di più come blocco economico e di raggiungere una posizione paritaria con l’occidente. Nonostante gli alti tassi di PIL mondiale e popolazione registrati, i BRICS detengono solo il 15% del potere di voto presso l’FMI. Il blocco del sud ha l’obiettivo di ampliare metodi d’analisi, dinamiche internazionali, rapporti e giochi di potere che siano alternativi e propositivi.
Il vertice BRICS in Sudafrica è il simbolo di un mondo che sta cambiando le proprie dinamiche di potere. Rivendica la propria capacità di crescita e potenza. Si vogliono ribaltare tutte le barriere, le discriminazioni e i danni che la globalizzazione ha creato negli ultimi decenni. Si hanno maggiori ambizioni di cooperazione e alleanze leali. L’ egemonia statunitense si sta disgregando e se prima era soltanto una questione culturale e politica, ora si può trovare la forza di raggiungere l’indipendenza economica.
Articolo ben congegnato ed equilibrato su un tema di grande attualità e di forte tensione verso una idea di futuro che potrebbe vedere completamente stravolti gli attuali equilibrio geopolitici ed economici mondiali.
Si espone, con lucida semplicità, una nuova proposta di giustizia economica che tende, tra l’altro, ad eliminare le attuali, enormi differenze tra mondo ricco e mondo povero.
Un’idea che fa tremare i polsi a chi crede che nulla debba o possa mutare.
I BRICS, al di la’ di ogni legittima valutazione ideologica, è comunque un salto verso un idea di mondo più giusto che potrebbe sovvertire gli attuali equilibri economici le cui teorie non sono riuscite a distribuire equamente le risorse economiche e non tra i popoli.