Com’è fatto un Vero Uomo? L’inquisizione dell’effemminatezza

A scuola di virilità

Come crescere i ragazzi nel rispetto di criteri quali: virilità, rettitudine e castità?

 

Il Vero Uomo della Scuola Parentale San Pancrazio

Educare il bambino alla virilità e la bambina all’ubbidienza

Albano Laziale, piccolo paese dei Castelli Romani, è il luogo dove avviene il fatto. Sul sito della Scuola parentale San Pancrazio, ubicata proprio in questa piccola cittadina, si leggono concetti del tipo:
“Combattiamo l’effemminatezza,  insegniamo la virilità ai maschi e l’ubbidienza alle femmine, educhiamo su come resistere alle pulsioni sessuali”.

Nel leggere, il quesito su come infondere la virilità in un bambino sorge quasi spontaneo. Ma…

Che questa del “Vero uomo” sia una fake news?

Allibita cerco informazioni. Mi dico che, di certo, si tratta di un’esagerazione mediatica, una fake news alimentata dai social. E invece più approfondisco e più realizzo che in effetti la notizia è concreta.
Così alla mia ricerca si aggiungono motti come:

“Contrastare il liberalismo laicista, l’indifferentismo religioso, la teoria gender, la pornografia, l’uso di droghe…”

Fatta eccezione per il punto “droghe” (anch’esso da approfondire poiché spesso controverso), tutto sembra alquanto risentito, una sorta di ritorno “vintage” di concetti ormai apparentemente trattati e risolti.
Ma l’apice lo scovo nelle garanzie che la scuola promette, a fine educativo, agli alunni frequentanti (e famiglie): la scuola assicura agli scolari “Vere amicizie cristiane” e l’impegno nel “Coltivare“, per l’appunto, “Veri uomini“.

Sorge comunque un dubbio su questo concetto di “Veri uomini”.

Cosa intende la scuola Parentale San Pancrazio, come si può diventare un “Vero Uomo” secondo i suoi criteri?

Alla fine incappo in Chad Ripperger, sacerdote americano da cui la scuola parentale San Pancrazio prende spunto per il proprio “credo”.

Tale Ripperger è un sacerdote cattolico americano, teologo, filosofo ed esorcista. È ben noto nei circoli cattolici tradizionalisti e ha tenuto numerosi colloqui in tutto il paese su vari temi religiosi.
Nel suo libro “Come crescere un uomo” sottolinea la necessità di conservare, non solo l’integrità, ma anche la virilità al fine di educare i futuri uomini al controllo delle pulsioni “deleterie” derivanti dal piacere, sia sessuale che emotivo.

Come crescere un vero uomo secondo Chad Ripperger

Un Vero Uomo, per Ripperger, deve esaltare il sacrificio, facendo bene attenzione a non scadere in sentimentalismi classici dell’effemminatezza”; deve resistere alla sofferenza, deve mantenere la supremazia sulla donna che, a sua volta, ha il dovere di sottomettersi al comando dell’uomo stando bene attenta a conservare grazia e docilità, nonché la castità più ferrea, soprattutto in fase prematrimoniale.
Moltissimi altri punti vengono affrontati con tenace certezza dal sacerdote, così la massa che aderisce a confortevoli assenze di “dubbio”, si trasforma brevemente in “evidenza inoppugnabile” e subito dopo in “antipatia” e “odio feroce”.

Ma tutto ciò non è religione, né tanto meno integrità morale…

Che sia forse paura? Oppure astuti spunti per slogan mediatici?

Fazioni contrarie controbattono immediatamente, diventa tutto un “botta e risposta”, una lotta a chi dà la certezza più fondata. Citazioni, filosofia, letteratura, Santi e profani; un enorme calderone di parole e concetti. Torna in voga l’argomento e ogni opposto si nutre dell’altro per assorbire linfa vitale. “Purché se ne parli” era lo slogan pubblicitario, punto focale del business.

Il pericolo della “Massa”

Uniformare il pensiero nell’ideale cristiano e la successiva produzione in serie del “Vero Uomo”.

Non è mai stato facile far parte di una società, interagire con essa pur mantenendo una personale libertà di pensiero. Fin da bambini sviluppiamo la nostra singolarità e da ragazzi trasgrediamo nel nome degli ideali che più definiscono il nostro carattere. Uniformare il pensiero è minare la libertà di riflessione, la conoscenza e soprattutto la diversità nella crescita del futuro uomo.
Tutto ciò è da difendere come bene esclusivo dell’umanità. L’essere umano è di per sé un’opera d’arte, a oggi in balia dello smog e del vandalismo integralista.

Potrà mai l’essere umano accettare la diversità anziché temerla?

Antipatia e odio feroce alimentati dal “gregge”

“I sentimenti della massa sono sempre semplicissimi e molto esagerati. La massa non conosce quindi né dubbi né incertezze. Corre subito agli estremi, il sospetto sfiorato si trasforma subito in evidenza inoppugnabile, un’antipatia incipiente in odio feroce.”

(Psicologia delle Masse e Analisi dell’Io- S. Freud)

Diversità, trasgressione, perversione.

Cosa sei tu?

Ti vesti elegante, sportivo o casual? Sei vegetariano, vegano o carnivoro? Hai la pelle bianca, nera o gialla? Ami una donna, un uomo o nessuno? I tuoi occhi sono verdi o marroni? Fai sesso tre volte al giorno o mai? Guardi film impegnati o “Uomini e donne”? Cosa sei tu? Nessuno è uguale all’altro, in nessun aspetto; possiamo somigliarci, ma saremo sempre due entità ben distinte. Il contrario sarebbe disumano.

Come si cresce un vero uomo?

Trasgressione versus Perversione

Un Vero Uomo, secondo Ripperger, va tutelato dal peccato, deve saper resistere alle tentazioni più disparate, non deve cedere a comportamenti effemminati, deve essere immune a commozione e sensibilità, non gli è concesso trasgredire, perché ciò porterebbe alla perversione di corpo e anima. C’è molta confusione anche su questo concetto, perché una trasgressione ogni tanto ci rende umani: puoi trasgredire se sei a dieta, mangiando un panino al Mac, oppure puoi concederti un giorno di riposo senza permesso, le trasgressioni sono tante e a volte necessarie, ma quasi sempre innocue.
Forse spesso “trasgressione” viene erroneamente associata alla “perversione” che invece è tutt’altra cosa. Ritengo che l’etimologia delle parole sia più importante di quanto pensiamo, per lo meno al fine di comprenderci meglio.

La parola effemminato,  secondo il dizionario

A proposito di significato delle parole…

Effemminato: ” persona che ha aspetto o modi femminei, eccessivamente o ostentatamente delicato o frivolo; poco virile, femmineo.

Ne consegue che la donna, per antonomasia, è un essere debole o “frivolo”?

Modelli, stereotipi, non considerando che ognuno di noi è un mix irripetibile di tutti gli aspetti della natura, perfino del bene e del male.

Quando smetteremo di etichettarci, riusciremo anche a sentirci liberi di essere ognuno ciò che si vuole, senza alcun pregiudizio e senza la paura della “gogna”.

Il Vero Uomo
Il Vero Uomo. Elogio alla diversità.

Posso sentirmi forte o debole, tu puoi essere possente o gracile, a prescindere dall’organo genitale in possesso.
Ogni fobia si nutre della paura di non corrispondere ad uno standard preimpostato, spesso professato e inculcato (come nel caso della Scuola Parentale San Pancrazio) fin dalla tenera età, provocando molto facilmente stati di frustrazione e perdita di individualità. Tutto ciò imprigiona i sentimenti più puri e liberi dell’essere umano, come l’amore, sia nel senso generico del termine, sia verso un altro individuo (di qualunque sesso sia).

Vero Uomo? In che senso “Vero”?

Vero: “Che possiede in modo totale e incontestabile i caratteri necessari a individuare il proprio essere

Il Vero Uomo della Scuola Parentale San Pancrazio saprebbe amare dietro il predisposto ideale di virilità? Potrebbe commuoversi senza peccare di effemminatezza? Una donna potrebbe vivere la sua vita senza un uomo al suo fianco, e potrebbe godere di piaceri sessuali pur non “contraendo” un matrimonio?

Forse, tornando all’etimologia delle parole, è proprio il termine “Vero” che il signor Chad Ripperger e di seguito la scuola Parentale San Pancrazio, dovrebbero approfondire; perché l’artificio allontana il loro “Vero Uomo” dall’umanità, dal proprio profondo essere… In modo totale e incontestabile.

L’uomo non esce da una fotocopiatrice, l’uomo viene partorito… Ed è unico al mondo.

Sabrina Casani

 

 

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