Dov’è la giustizia per la morte di Mario Paciolla?
Da quel maledetto 14 luglio la famiglia di Mario Paciolla, l’italiano che lavorava come osservatore Onu a San Vincente del Caguan in Colombia, vuole solo la verità sulla morte del proprio figlio. Mario aveva 33 anni e aveva deciso di volare fino in Colombia per lavorare con le Nazioni Unite in un progetto di pacificazione tra gli ex guerriglieri delle Farc e lo Stato colombiano. La pace in territorio sudamericano è stata tradita dallo stesso governo di Bogotà con la rottura dello storico accordo del 2016 all’Avana.
Mario del resto lasciò Napoli subito dopo l’università per misurarsi in queste battaglie. In questo modo la pace avrebbe potuto trionfare nel suo piccolo mondo. Ma la mattina del 15 luglio, quel corpo martoriato e impiccato nel suo appartamento per le vie di San Vincente, ci ha riportati tragicamente alla realtà. Una storia di ordinaria disumanità dai contorni giudiziari come sempre incerti. La tesi del suicidio è caduta subito, ma la verità sul caso di Mario è ancora piena di ostacoli.
La famiglia vuole vederci chiaro in tutta questa vicenda, perchè c’è un non detto che copre l’omicidio sopra un ipocrita velo di ingiustizia. Ma le vittime di questo silenzioso vortice attendono ancora risposte come Zaki o per Giulio trovato senza vita per le vie de il Cairo.
Mario Paciolla e il ruolo delle Nazioni Unite
I funzionari dell’Onu hanno ripulito la stanza in cui viveva Paciolla portando via effetti personali e prove del caso, con l’aiuto di 4 poliziotti locali ora indagati. Sembra che tutti a San Vincente vogliano voltare pagina il prima possibile buttando cenere sul caso. Alla commemorazione pubblica c’era anche Di Maio, il sindaco di Napoli ed il senatore Sandro Ruotolo che promette chiarezza. Ma per i genitori di Mario, Giuseppe e Anna, il pensiero è rivolto ad una chiamata del figlio risalente all’11 luglio.
La chiamata ai genitori e un biglietto per l’Italia
“Sembrava spaventato e aveva intenzione di tornare in Italia per mollare tutto” il tragico ricordo del padre e della madre che tornano con la mente a pochi giorni prima dell’omicidio. Un biglietto di sola andata per l’Italia, previsto per il 20 luglio e l’ansia di tornare a casa. Mario Paciolla aveva deciso di voltare le spalle ai disordini che si stavano creando in Colombia, ma non è bastato.
Una storia immersa nel silenzio dell’opinione pubblica ma che grida vendetta. Ora spetta alle autorità italiane trovare la verità sulla morte di Mario Paciolla, per far sì che non si ripeta per l’ennesima un film già visto, un brutto film.
Valerio Caccavale