L’atroce assassinio è avvenuto sabato 25 novembre a Modena. Un ragazzo di appena vent’anni di origine cinese, Leo, è stato ucciso, quasi certamente per soffocamento, e rinchiuso in un trolley da alcuni suoi amici.
È stata la madre a ritrovare il corpo nella valigia, dopo che il padre adottivo, un famoso avvocato penalista di Modena, aveva mostrato dei sospetti, vedendo uscire di casa gli amici di Leo. Doveva essere un normale pomeriggio a giocare alla playstation, come molte altre volte, ma qualcosa ha insospettito il genitore: forse solo qualche atteggiamento inconsueto. Ma l’uomo aveva ragione: da lì la macabra scoperta.
Le indagini conducono ad una storia finita male
Gli inquirenti sono intervenuti in modo capillare e massiccio nella triste faccenda e man mano si sta facendo chiarezza sui motivi che avrebbero condotto cinque giovani amici (due diciassettenni, due sedicenni e un ventenne) a togliere la vita a Leo Hu Congliang. Pare, infatti, che Leo avesse vissuto una storia omosessuale con il suo coetaneo (uno di quelli che contribuirà alla sua morte). E, sempre secondo le prime indiscrezioni, sarebbe proprio lui, l’ex ragazzo, ad aver organizzato una sorta di spedizione punitiva in quanto si sentiva minacciato da Leo. Non voleva che nessuno sapesse della sua omosessualità.
La storia omosessuale
Al termine della loro relazione pare che Leo abbia minacciato il suo ex di rendere pubblici i suoi orientamenti sessuali. Lo scopo era quello di costringere il ventenne a non interrompere la loro storia. Fondamentale per la ricostruzione degli avvenimenti è stato il ritrovamento, da parte degli inquirenti, del cellulare del ragazzo ucciso e “nascosto” nella valigia. Da alcuni messaggi si è delineata abbastanza in fretta la situazione e subito sono stati ricercati i giovani che erano presenti, quel tragico pomeriggio, nella casa di Leo. Fermato prima un sedicenne che ha fatto i nomi degli altri, al momento tutti al vaglio della polizia.
Ancora ricercato
Da alcune indiscrezione pare che i ragazzi, poco più che adolescenti, fossero come “plagiati”. Il 20enne che non voleva fosse scoperta la sua omosessualità, era una sorta di capo banda. Ora sono tutti sconvolti e increduli di aver potuto compiere un gesto simile. L’ex amante è ancora ricercato dalle forze dell’ordine.
Marta Migliardi