Il caos politico più totale regna in Venezuela, che al momento conta due presidenti. Il primo è Nicolas Maduro, alla guida del paese dal 2013, quando ha raccolto l’eredità politica di Hugo Chavez. Il secondo è Juan Guaidò, leader dell’opposizione in Parlamento, autoproclamatosi premier.
Ha incassato il riconoscimento di Usa, Canada e diversi Paesi dell’America Latina. Trump non esclude nessuna opzione. Maduro tenta di resistere e vuole cacciare i diplomatici statunitensi. E mentre continuano gli scontri nelle piazze, l’esercito ribadisce l’appoggio al Presidente.
Juan Guaidò si è autoproclamato presidente “pro tempore” del Venezuela. Il leader dell’opposizione guida l’Assemblea Nazionale, dopo le elezioni tenutesi due settimane fa. Tuttavia è stato dichiarato “illegittimo” dal Tribunale supremo, fedele a Maduro che si è insediato per un secondo mandato. Guaidò ha però ottenuto il riconoscimento da parte di diversi Paesi. I primi a farlo sono stati gli Stati Uniti. Trump ha dichiarato <<non consideriamo nulla, ma tutte le opzioni sono sul tavolo>>. Sulla scia degli USA, si sono presto aggiunti anche Canada, Argentina, Brasile, Perù, Ecuador, Costa Rica, Paraguay e Messico. Cuba invece ha espresso vicinanza al presidente chavista.
Maduro ha replicato seccamente a Trump, affermando che i diplomatici statunitensi <<sono sciacalli>> e che devono lasciare il paese entro 72 ore. Gli Stati Uniti hanno reso noto che non ritireranno il proprio personale diplomatico, dal momento che non riconoscono più a Maduro l’autorità per prendere tali iniziative.
Il Presidente tenta di resistere e può ancora contare sull’appoggio dell’esercito, che gli ha ribadito il proprio sostegno. Ha anche lanciato via twitter un’adunata alle forze rimastegli fedeli: <<il popolo agguerrito e combattente rimanga in allerta, pronto alla mobilitazione per difendere la patria. Nessun colpo di stato, nessun interventismo, il Venezuela vuole la pace>>.
Nelle strade intanto governa la confusione. Per le vie di Caracas e delle principali città si susseguono ormai da giorni scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Non mancano certo i sostenitori di Maduro ed il Paese è sul baratro della guerra civile. 14 le vittime già accertate. Il Venezuela rimane nel caos più totale. Nonostante sia il primo produttore di petrolio al mondo, il Paese è alle prese da anni con una crisi economica disperata. L’inflazione ha raggiunto livelli esagerati e gran parte della popolazione versa in condizione di miseria.
Antonio Villella