Venezuela: il potere comunista non pensa al bene comune

Venezuela nell’ombra e nel silenzio mediatico

Venezuela: la situazione è tesa contro il governo Maduro, ma sembra non interessare i notiziari.
Non è la prima volta che i venezuelani son scesi in piazza a protestare coperti dal silenzio mediatico.
Poche sono le notizie trapelate per sottolineare una situazione di gravità economica e politica in Venezuela, che è sfociata in una manifestazione dove sfilano venezuelani di tutte le città.

Sbagli politici e rimedi catastrofici

Il tutto è iniziato con il comunismo rivoluzionario di Chavez prima e con la politica di estrema sinistra di Maduro poi, il tutto accompagnato dalla “brillantissima” politica delle espropriazioni.
Le industrie e le multinazionali che producevano beni di prima necessità (e davano lavoro) sono state espropriate e son state occupate dal governo venezuelano che portando avanti la produzione (senza un minimo di esperienza) vendeva prodotti a prezzi popolari.
La stessa sorte è toccata alle gigantesche fattorie venezuelane, causando così la morte dell’agricoltura e dell’allevamento.
Tutto ciò perché la loro politica “funzionava” solo grazie al prezzo del petrolio che era alto e faceva si che il governo con la vendita potesse ricavare tanti soldi da permettersi di sfamare il paese, ma quando il prezzo del petrolio ha iniziato a scendere, è iniziato il declino della Nazione.
Ora il popolo è costretto a comprare generi alimentari che prima della politica delle espropriazioni si producevano in Venezuela e che costano troppo perché provenienti da altri paesi.
Ma purtroppo il popolo non può permettersi di spendere e di conseguenza non può comprare i prodotti per il fabbisogno giornaliero così inizia a diffondersi la malnutrizione e la denutrizione soprattutto tra i bambini.
Il 19 aprile 2017 giorno della Festa dell’Indipendenza Spagnola, i venezuelani son scesi in tutte le strade del paese per manifestare. La protesta ormai è presente in tutto il Venezuela, non solo nella capitale.
Naturalmente non si è fatta attendere la repressione sia fisica che mediatica (se qualcuno gira un video o fa foto viene malmenato o raggiunto da proiettili).

La violenza viene usata per sedare la protesta

La Guardia Nazionale Bolivariana e i Colectivos (milizia armata organizzata, pagata dal governo, come hanno ammesso,che gira in moto) stanno attuando una repressione armata contro i manifestanti.
I Colectivos, dice il governo venezuelano, difendono dall’attacco dell’imperialismo (i c.d. imperialisti potevano essere gli industriali che sono andati via dal Venezuela o che son stati rovinati dalla politica delle espropriazioni del governo venezuelano) e dell’estrema destra, ma sembra che tra i manifestanti ci siano persone stremate più che estreme.
Carlos José Moreno, 18 anni, studente al primo anno di Economia è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco ed è morto; Olivia Lozano, deputata, ha riferito che un gruppo di civili mascherati e armati “hanno teso un’imboscata” e “hanno cominciato a spararci addosso”; Andrés Guinano, 28 anni, ucciso per una ferita alla testa causata da una bomba lacrimogena; Paola Andreina Ramirez Gomez, 23 anni, morta perché raggiunta da un proiettile sparato durante la manifestazione.
Questi sono una piccola parte dei caduti che manifestavano per i loro diritti.

Venezuela

Metodi per boicottare la protesta

I Colectivos buttano olio per strada per evitare che la gente si raduni. I militari della Guardia Nazionale danno fuoco a oggetti per strada per incolpare i manifestanti. Alzano le mani e sparano contro chi tenta di filmare quello che sta succedendo nelle strade venezuelane.
Alcuni dimostranti che stavano protestando su un’autostrada son stati costretti dalla Guardia Nazionale a buttarsi nel fiume Guaire che scorre sotto ed è una cloaca a cielo aperto, perché dagli elicotteri lanciavano bombe di  gas lacrimogeno.
Jorge Botti, imprenditore e ex presidente di Fedecamaras e Consecomercio ha scritto su Twitter: ” Per la prima volta nella nostra storia, oggi la dignità stava dentro al Guaire e l’escremento al potere“.
Molti altri manifestanti sono stati incarcerati allo stesso modo di Leopoldo Lopez, rappresentante dell’oppposizione arrestato nel febbraio del 2014 perché spronava il popolo a manifestare. Secondo il governo, chi sprona alla protesta è un terrorista quindi è stato arrestato come tale.
Altri ancora muoiono di fame e di malattie visto che le medicine non ci sono più (nemmeno l’aspirina) e non ci sono nemmeno dei medici specialisti.

La situazione del governo è fuori controllo

Quelli che detengono il potere possono comprare beni di prima necessità e continuano a sperperare in beni di lusso, ma non possono uscire dal paese e rifugiarsi in qualsiasi posto perché in molti paesi vige la legge sull’estradizione e visto che gli elementi del governo sono ricercati negli Stati Uniti per narcotraffico finirebbero dritti nelle loro carceri (come ci sono finiti già due membri della famiglia di Maduro).
Quindi si può dire che il governo è confinato tra le sue mura d’oro e continua a tiranneggiare senza remore.
Il popolo chiede a gran voce le elezioni e per questo hanno raccolto le firme che però, non vengono considerate dal governo.
Durante il governo di Chavez accadde la stessa cosa, ma quest’ultimo accolse le elezioni e fu riconfermato (ma Chavez dalla sua aveva i giudici favorevoli anche perché i contrari li aveva mandati in prepensionamento e minacciati di morte).
Maduro se accogliesse le elezioni non sarebbe riconfermato visto che ormai il malcontento dilaga.
E comunque continua a collezionare danni come con l’ultima trovata attraverso la quale ha tolto i poteri al Parlamento (che per 2/3 era contro di lui) per darli al Tribunale Supremo di Giustizia, vedendo però il popolo imbestialito da questa assurda trovata, ha ripristinato i poteri del Parlamento senza ottenere la calma da parte del popolo che non riesce più a convivere con un simile governo.
Anche la favela “El Valle” ha detto basta! Non sono state accolte le buste di alimenti che per 18 anni hanno tenuto buono il popolo e che in questi giorni al grido di “Fuera!” hanno rimandato indietro i rifornimenti perché non vogliono più l’elemosina.
Per Maduro si è messa male, seguiremo le evoluzioni anche se altri mantengono il silenzio.

   Marianna Di Felice

 

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