Venezia; lo stop alle grandi navi nella Laguna è una vittoria a metà

La grande battaglia del “No Grandi navi a Venezia”, pareva esser giunta a una svolta, quando ieri pomeriggio il Ministero dei Trasporti ha stabilito il divieto, per le grandi navi da crociera, di traghettare all’interno della splendida laguna di Venezia.

Quel lembo di storia, arte, bellezza e natura, che per secoli ha rappresentato un primato secolare della convivenza strutturale e sociale tra urbanizzazione, cultura e ambiente, per decenni ha vissuto l’indifferenza della modernizzazione e della globalizzazione turistica sfrenata.

Ora è necessario stabilire l’unità d’intenti sugli spostamenti di queste città galleggianti, dentro la laguna di Venezia. Una visione condivisa dagli ambientalisti che da anni si battono contro il danno ambientale che le grandi navi procurano in quella zona, ma anche dagli stessi cittadini che, in questo intervallo turistico, temono grossi rischi per le persone e per i palazzi storici e i monumenti che rendono Venezia quel museo a cielo aperto che ha caratterizzato tanta letteratura nel corso delle epoche.

Il sospiro di sollievo però è durato poco, poiché l’intesa riguarda solo il prestigioso Canale della Giudecca, dal quale sarà escluso ogni traffico turistico per i prossimi anni.

Questo in sintesi è il risultato dell’accordo raggiunto ieri dal ministro Toninelli che ha incontrato i rappresentanti delle maggiori compagnie crocieristiche sul tema Venezia e grandi navi.

Venezia e i nuovi confini interdetti alle navi

L’accordo siglato tra ministero dei Trasporti e compagnie navali prevede dunque che le grandi navi potranno attraversare la laguna di Venzia, tranne i confini delineanti il  Canale della Giudecca; in pratica il proseguimento della grande via d’acqua che parte dal  canale di San Nicolò, bocca di porto al Lido, per trasformarsi in canale di San Marco e poi in Giudecca.

In sostanza verranno preservate le aree centrali più prestigiose e turistiche, come il palazzo Ducale e la Basilica e i relativi, mentre la rotta verrà deviata  fino a Porto Marghera.




Immediata la soddisfazione dell’Associazione internazionale delle compagnie da crociera, la quale ha aggiunto di aver apprezzato “lo spirito costruttivo indispensabile alla risoluzione dei problemi, di cui l’incontro rappresenta un positivo passo avanti. D’altra parte, ha aggiunto, le compagnie hanno da tempo espresso la disponibilità, la volontà e l’impegno per una rotta alternativa, spostando le grandi navi dal Canale della Giudecca “.

Meno soddisfatte le associazioni riunite nel comitato “No Grandi navi”, le quali ricordano come la rotta alternativa fosse stata già inserita nella bozza di decreto Clini-Passera del 2012 il quale stabiliva che, le navi più grandi di 40 mila tonnellate di stazza lorda non possano più transitare nel bacino di San Marco.

La falla, immancabile, nel sistema consiste nel fatto che tale norma sarebbe dovuta entrare in vigore non appena il Governo avesse individuato una via alternativa per fare arrivare in porto le navi; non la l’intera laguna, quindi ma solo la Giudecca.

La soluzione per Venezia secondo le compagnie da Crociera

Clia, importante compagnia croceristica americana è stata l’unica a non aver parlato di un  canale alternativo alla Giudecca; la sua posizione è però nota da tempo  ed è stata ribadita pochi giorni fa, durante un incontro  con il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

Per Clia la soluzione  sta nello scavo del canale Vittorio Emanuele III, che collega la Marittima con il canale dei Petroli, ovvero il più grande snodo industriale del porto commerciale, che entra dalla bocca di porto di Malamocco, evitando così il centro storico.

Oltre a questo progetto, vi sono più di 14 proposte per un nuovo scalo dedicato alle navi più grandi, tant’è che il Ministero ha iniziato a valutarle attentamente,  in base al rapporto costi benefici per scegliere quella più idonea. Tra le ipotesi più “gettonate,  vi è lo scalo verso la zona industriale di Porto Marghera, quella al porto petrolifero di San Leonardo,  fino a Chioggia, proprio al confine tra laguna e mare.

Quello su cui pochi ancora s’interrogano è se questo fantomatico inchino alla laguna, sia da tradursi in un semplice omaggio che crea un valido indotto alla città di Venezia, oppure un simbolico atto di presenza che ribadisce il potere del globalismo turistico nei confronti della bellezza.

Nel frattempo l’amministrazione si preoccupa di introdurre nuovi ticket d’ingresso e multare chi mangia un panino in piazza San Marco.

Fausto Bisantis

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